Trasporto merci pericolose: ogni anno circa 4 milioni di mezzi in Italia
Secondo i dati diffusi dall'Eurostat, ogni giorno circa 10mila mezzi per il trasporto di merci pericolose, quali diesel benzina o cherosene, si muovono sulle autostrade italiane
A seguito dell’incidente avvenuto il pomeriggio del 6 agosto 2018 sulla A14 di Bologna che ha coinvolto un camion e un tir che trasportava materiale altamente infiammabile in Italia si è riaperto il dibattito sul trasporto di merci pericolose.
In Italia sono circa 78mila i mezzi, tra camion e tir, con targa italiana, che trasportano materiali pericolosi.
Più in generale, il numero di mezzi pesanti adibiti a questo tipo di trasporto nel nostro paese sono circa 4 milioni.
Secondo i dati diffusi dall’Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea, ogni giorno circa 10mila mezzi per il trasporto di merci pericolose, quali diesel benzina o cherosene, si muovono sulle autostrade italiane.
Inoltre, continua l’Eurostat, il numero di questo tipo di mezzi è aumentato rispetto al 2017.
In Italia, e in generale in Europa, i camion e i tir che trasportano materiale pericoloso devono essere sottoposti con regolarità a controlli da parte della polizia stradale e il loro utilizzo è regolamentato dall’accordo internazionale Adr, che regola il trasporto di merci pericolose.
Tuttavia, secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa, solo il 30 per cento degli autisti dispone del certificato Adr.
L’Unione europea ha stabilito un numero minimo di controlli che devono essere effettuati nel corso dell’anno sui mezzi che trasportano merci pericolose, ossia tutte quelle sostanze che possono recare danno a persone, cose e ambiente.
L’accordo internazionale Adr
Il trasporto di merci pericolose è regolato da normative europee, la più importante delle quali è l’accordo, firmato a Ginevra nel 1957, denominato Accordo europeo relativo al trasporto internazionale di materiale pericoloso (Accord europeen relatif au transport international des marchandises dangereuses par route) o Adr.
La norma è entrata in vigore nel 1968 e deve essere aggiornata ogni due anni.
La legge individua 13 “classi” di pericolo, create sulla base alle caratteristiche chimico-fisiche della sostanza trasportata, e prevede un “codice di classificazione” che permette di sapere se si tratta di un pericolo asfissiante, corrosivo, infiammabile.
Inoltre, l’Accordo individua anche un “gruppo di imballaggio”, che stabilisce che l’accuratezza dell’imballaggio dipende dalla pericolosità della sostanza trasportata, e un “numero Onu”, ossia un codice di quattro cifre che indica il tipo di merce trasportata e che deve essere segnato sull’imballaggio stesso e sui documenti di viaggio.
Il trasporto delle merci pericolose
Le merci pericolose sono generalmente inserite in container, cisterne o colli e i mezzi adibiti al trasporto di questi materiali devono rispettare prescrizioni generali e supplementari.
L’autista deve avere con sé segnali di avvertimento, caschi, occhiali protettivi, estintore, tutti elementi che compongono un equipaggiamento speciale previsto dalle norme europee.
Inoltre, non si possono utilizzare utilizzare veicoli eccezionali o veicoli con più di un rimorchio.
Il conducente deve avere “patentino Adr”, un certificato per il trasporto di merci pericolose valido per cinque anni e che può essere rinnovato dopo aver frequentato un corso di aggiornamento.
I mezzi che trasportano merci pericolose in cisterna o esplosivi in colli devono anche avere un certificato di approvazione che attesti la conformità del veicolo alle prescrizioni Adr.