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Torino, a scatenare il panico in piazza San Carlo fu una rapina con spray urticante: arrestati i responsabili

Immagine di copertina
Il bilancio della serata di panico a Torino fu di 1.526 feriti e una donna morta

Per la polizia i colpevoli sono dieci marghrebini: due di loro sono accusati di omicidio preterintenzionale per la morte di Erika Pioletti

Sette persone sono state arrestate il 13 aprile 2018 dalla polizia di Torino perché sospettate di aver scatenato il panico in piazza San Carlo la sera del 3 giugno 2017, mentre i tifosi della Juventus assistevano alla finale di Champions League contro il Real Madrid.

Nella reazione collettiva di fuga che ne scaturì rimasero ferite 1.526 persone, mentre una donna, Erika Pioletti, 38 anni, morì dodici giorni dopo in ospedale.

Delle sette persone arrestate, sei sono in carcere e una agli arresti domiciliari, mentre per altri tre soggetti è stato disposto l’obbligo di firma.

Le dieci persone complessivamente coinvolte sono tutte di origine magrebina. Secondo gli inquirenti, quattro di loro hanno spruzzato contro la gente dello spray urticante per tentare di rapinarle.

Sono stati identificati grazie a delle intercettazioni in cui si parlava di una collanina rubata in piazza.

Gli arrestati fanno parte di una banda dedita a furti e rapine messi a segno in Italia e all’estero utilizzando spray al peperoncino. Quattro di loro erano presenti in piazza San Carlo la sera della finale di Champions League e sono ritenuti responsabili di avere utilizzato lo spray per derubare i tifosi presenti.

I quattro, utilizzando lo spray, immobilizzavano le vittime strappando loro delle collane d’oro. “Con tale condotta hanno determinato la nota situazione di panico che ha generato oltre 1.500 feriti e la morte di Erika Pioletti”, ha detto il procuratore capo di Torino, Armando Spataro. Due delle persone arrestate sono accusate di omicidio preterintenzionale, rapina e lesioni aggravate.

La sera del 3 giugno 2017 erano tra i 20mila e i 40mila gli spettatori accorsi in piazza San Carlo per guardare la partita su un maxischermo, quando all’improvviso un suono scatenò il panico nella folla, che allontanandosi istintivamente dal luogo della presunta esplosione creò una reazione collettiva di fuga che coinvolse migliaia di persone. Qui alcune testimonianze 1 2 3

La Procura di Torino ha comunicato la chiusura delle indagini il 12 aprile 2018. Quindici le persone a cui sono stati inviati gli avvisi di fine indagate, tra cui la sindaca di Torino, Chiara Appendino.

È stata lei stessa a darne notizia. “Mi è stato notificato dalla Procura di Torino l’atto con la chiusura delle indagini per piazza San Carlo. Resto a disposizione della magistratura, come lo sono sempre stata”, ha dichiarato Appenino.

L’atto normalmente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.

“Intendo manifestare il mio assoluto apprezzamento per l’atteggiamento manifestato da tutti gli indagati, fra cui la sindaca Chiara Appendino”, ha detto il procuratore Spataro. “Un rispetto istituzionale che dimostra come ci sia la volontà di difendersi nel processo e non dal processo”.

Per sette persone è stata chiesta l’archiviazione, tra cui il prefetto di Torino Renato Saccone.

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