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“Registreremo all’anagrafe i figli delle coppie gay”, la decisione di Chiara Appendino, sindaca di Torino

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I bambini nati all'estero da coppie omosessuali saranno registrati come figli di entrambi i genitori. La decisione storica della sindaca Appendino

La sindaca di Torino ha annunciato che i bambini torinesi nati all’estero o in Italia da coppie omosessuali residenti in città saranno iscritti nel registro dell’anagrafe come i figli di entrambi i genitori. Chiara Appendino lo ha scritto in un post su Facebook.

“Per la prima volta la Città di Torino si trova dinnanzi a casi inediti di nuove forme di genitorialità che richiedono del tutto legittimamente il riconoscimento di quella che per loro è una famiglia, intesa come luogo fisico ed emotivo in cui due o più persone si amano e costruiscono insieme il futuro proprio e dei propri figli”, ha scritto nel suo post su Facebook.

“Da mesi stiamo cercando una soluzione compatibile con la normativa vigente. Dopodiché la nostra volontà è chiara e procederemo anche forzando la mano, con l’auspicio di aprire un dibattito nel Paese in tema di diritti quanto mai urgente”.

Recentemente la consigliera comunale torinese del Pd, Chiara Foglietta, ha avuto un figlio con la compagna, ma il bambino non è stato registrato come figlio di entrambe.

“Questa mattina prima di uscire con il bimbo dal Sant’Anna siamo andate all’ufficio di Stato civile, ma quando hanno visto che le mamme sono due ci hanno detto che loro non potevano registrarlo. Ci hanno mandate in Comune e anche lì ci hanno in sostanza chiesto di dichiarare il falso (ovvero che il bambino era figlio di ragazza madre, ndr). Io non intendo farlo, mio figlio ha il diritto di inchiodare le sue due mamme alle loro responsabilità. È il solo modo che ho per occuparmi del suo presente”, racconta la consigliera.

La decisione è stata accolta con grande favore dal Coordinamento Torino Pride che la definisce una “storica, importantissima e coraggiosa decisione”.

“Non possiamo che essere felici di questa decisione che ha necessariamente avuto bisogno di tempo e molti accertamenti. Ribadiamo che le scelte e il coraggio della Sindaca Appendino dovrebbero essere quelle di tutti gli amministratori e tutte le amministratrici dei comuni italiani. Se così fosse, il Parlamento e il Governo del Paese, di qualsiasi colore, non potrebbe fare finta di nulla. Tutti, almeno a parole, considerano il benessere dei cittadini e delle cittadine una assoluta priorità”, dicono dal Coordinamento.

“Ci auguriamo che, come ha più volte indicato la Corte Costituzionale, la politica decida di risolvere una volta per tutte il problema dei bambini e delle bambine arcobaleno e delle loro famiglie. L’ipocrisia e la sciatteria politica devono finire. Tutti e tutte dobbiamo rimanere vigili per non permettere più a nessuno di considerare noi e le nostre famiglie di serie B”, concludono.

In Itala al momento due donne e due uomini non possono registrarsi come genitori di un bambino.

L’Italia ha approvato una legge sulle unioni civili nel maggio del 2016. Quello che sembra lontano da un pieno riconoscimento è la possibilità di vedere riconosciuto il legame di genitorialità con i figli che nascono attraverso l’ausilio di tecniche di procreazione medicalmente assistita, o nei confronti dei figli del partner.

Vi è ancora una grande confusione su come le coppie omosessuali, fermi restando gli impedimenti di carattere fisiologico, possono instaurare un legame di genitorialità. Qui TPI spiega quali sono le modalità, come funzionano, chi vi si può rivolgere e qual è il quadro giuridico italiano.

Su TPI avevamo raccontato la storia di Cristina e Valentina, due donne, unite civilmente, e due mamme, del piccolo Tito, nato nel 2014. Valentina, mamma biologica che ha portato avanti la gravidanza, per lo stato italiano è la vera e unica mamma di Tito. Cristina no. A questo link la storia completa.

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