Di Maio: “Ridimensionare la Tav? È una supercazzola”. Salvini: “Nessun mercato del voto”
Lo scontro tra Lega e M5s sulla Tav è più acceso che mai. I grillini sempre più irremovibili sul blocco della Torino-Lione, la Lega neanche a parlarne.
Di Maio, secondo molti, spera di usare la vicenda della Diciotti e il voto sull’autorizzazione a procedere contro Salvini per spuntarla sullo stop all’Alta velocità.
“Non siamo al mercato, io ti dò questo tu mi dai quello, è roba di vecchi governi, non ho bisogno di aiutini, ho fatto il ministro, io blocco gli sbarchi, sveglio l’Europa e fermo i morti e le partenze, l’ho fatto, lo farò, poi sulla Tav aspettiamo i numeri”, ha detto però Salvini.
“Bisogna viaggiare di più e più velocemente. Non faccio polemica con nessuno perché arrabbiarmi e farmi il fegato marcio non mi interessa, a chi mi insulta mando un bacio Perugina e un abbraccio. Quello che faccio non lo faccio da solo ma grazie a una alleanza con i Cinque stelle. I giornalisti mi dicono di guardare i sondaggi e fare saltare tutto così eleggo più parlamentari. Ma la mia parola è più importante dei sondaggi. Io mantengo la mia parola, ma le cose vanno fatte, non bloccate”, ha detto Salvini, ribadendo per l’ennesima volta la sua chiara posizione sulla Tav.
Stessa irremovibilità da parte di Di Maio: “Finché ci sarà il movimento al governo Alla fine la tav non si farà. Il tema non è il ridimensionamento dell’opera. Se parliamo di rimensionamento parliamo di una supercazzola”.
“Per me valgono le priorità. In questo governo ce lo siamo detti chiaramente dall’inizio: ci sono cose su cui siamo d’accordo e altre no. Lavoriamo su quelle su cui siamo d’accordo, altrimenti devo concludere che si spinge su cose su cui non siamo d’accordo per creare tensioni nel governo? Io non lo consiglio”, sostiene ancora Di Maio.
“Se la Lega intende andare avanti su un buco inutile che costa 20 miliardi di euro tornasse da Berlusconi e non rompesse i coglioni”, aveva detto ieri Alessandro Di Battista.