Strage di Erba, per la prima volta parla Olindo Romano: “Io e Rosa siamo innocenti, ecco perché confessammo”
L'uomo, condannato all'ergastolo insieme alla moglie, ha rilasciato la sua prima intervista televisiva a Le Iene dal carcere di Opera
Olindo Romando, condannato in via definitiva all’ergastolo insieme alla moglie Rosa per la strage di Erba, ha rilasciato per la prima volta un’intervista televisiva al programma Le Iene, in onda su Italia Uno.
Nell’intervista, realizzata nel carcere milanese di Opera, l’uomo ricostruisce la vicenda e ribadisce l’innocenza sua e della moglie.
Le vittime della strage, avvenuta l’11 dicembre 2006, furono quattro: Raffaella Castagna, 30enne disoccupata e volontaria in una comunità di assistenza ai disabili, suo figlio Youssef Marzouk, la madre della donna, Paola Galli, e Valeria Cherubini, una vicina di casa che era intervenuta per prestare soccorso.
Dopo essere stati arrestati, Olindo e Rosa confessarono davanti ai pubblici ministeri di essere stati gli autori dei quattro omicidi. Le due confessioni furono rilasciate separatamente.
Tuttavia, il 10 ottobre 2007, davanti al Giudice per l’udienza preliminare che doveva decidere se rinviarli a giudizio, i due ritrattarono, affermando che la confessione gli era stata estorta dietro la promessa di ricevere sconti di pena e di poter condividere la cella.
Durante il processo Olindo ha ribadito si aver confessato qualcosa che lui e la moglie non avevano mai fatto, perché convinto che “quello fosse il minore dei mali”.
Dopo i dubbi emersi in documentario trasmesso su Nove il 10 aprile 2018, Le Iene hanno mandato in onda nelle ultime settimane alcune puntate in cui a loro volta avanzano perplessità sulle tre prove su cui si basano le due condanne: il riconoscimento da parte di un testimone oculare, Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini e unico sopravvissuto alla strage, la traccia di sangue trovata sull’auto dei coniugi Romano e la confessione rilasciata dai due.
Nell’intervista, realizzata dal giornalista Antonino Monteleone, Olindo dice che all’inizio lui e la moglie erano convinti che l’assassino fosse Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef.
“Sicuramente erano professionisti, se non hanno lasciato in giro niente…”, osserva l’uomo.
Olindo conferma che i rapporti con i vicini non erano buoni: “Non li sopportavamo più, è vero”, dice. Raffaella Castagna aveva anche sporto denuncia contro Rosa Bazzi per una presunta aggressione.
“Sosteneva che era stata spinta da Rosa ma in realtà era scivolata da sola”, spiega Olindo Romano. La denuncia come movente dell’omicidio? “L’avvocato ci aveva detto che non c’era nulla da preoccuparsi perché avevamo tutte le ragioni”.
“Quando ci siamo ritrovati in carcere non sapevamo perché eravamo lì”, racconta Olindo. “Ci hanno detto che eravamo messi male, ci hanno prospettato una via d’uscita: che confessare sarebbe stato il minore dei mali. Ma il mio primo pensiero era riuscire a vedere mia moglie, perché dal momento dell’arresto non l’avevo più vista”.
“Se voi eravate innocenti cosa c’era da perdere?”, chiede il giornalista de Le Iene. “All’inizio glielo abbiamo detto che non c’entravamo niente e che restavamo fermi nelle nostre dichiarazioni. Ma loro hanno continuato a insistere e non so come è saltata fuori tutta quella storia lì”, risponde l’uomo.
“I giudici si sono dovuti adeguare al clamore mediatico che c’era. Sarà difficile trovare qualcuno che valuta le cose realmente per quello che sono”, osserva Olindo.
“Con mia moglie Rosa”, racconta, adesso “ci vediamo una volta al mese un’ora e possiamo farci una telefonata a settimana”.