Sputa a un poliziotto e viene assolto: la sentenza che fa discutere
Il tribunale di Milano si è pronunciato su un caso accaduto due anni fa
Assolto dopo aver sputato in faccia a un poliziotto. Fa discutere la decisione del giudice di Milano che si è pronunciato su un caso che vede coinvolto un giovane processato per oltraggio a pubblico ufficiale.
La vicenda che ha portato il ragazzo davanti al giudice
Il ragazzo, durante una manifestazione a Milano nel 2016, aveva offeso un poliziotto mentre svolgeva il suo lavoro di ordine pubblico. Il giovane, in compagnia di altre quattro persone, aveva rovinato alcune bandiere del Partito democratico. Tutti, però, sono stati tutti assolti.
La decisione del tribunale di Milano
Il motivo che ha portato all’assoluzione del ragazzo dopo due anni è, secondo la magistratura, una sola: la “particolare tenuità del gesto”. Una spiegazione riportata anche sul sito della Sap, ossia il Sindacato autonomo di polizia.
Le polemiche dopo la decisione del giudice di Milano
“Molto grave. Oltraggiare un poliziotto in servizio equivale ad oltraggiare lo Stato e, se non il carcere, sarebbe stata opportuna quanto meno una ammenda”. Questo il commento critico di Stefano Paoloni, segretario generale della confederazione sindacale della polizia.
Paoloni, dunque, è in pieno disaccordo con la sentenza del tribunale di Milano e chiede che vengano inasprite le pene per i reati di oltraggio a pubblico ufficiale.
“Ammettere o sminuire un’offesa verso chi rappresenta lo Stato e le sue leggi è la più classica negazione del significato stesso della funzione incarnata dagli appartenenti alle forze dell’ordine”, sostiene con forza Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia. “Fare ordine pubblico significa rappresentare, difendere e garantire lo Stato, le sue leggi, i suoi cittadini”. Mazzetti poi aggiunge: “Infierire in qualsiasi modo contro un poliziotto che fa questo significa manifestare il più profondo disprezzo e la totale mancanza di rispetto per quello stesso Stato, le sue leggi e i suoi cittadini. E in quest’ottica non c’è tenuità che tenga”.