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Spinaceto, chiesto rinvio a giudizio funzionari comunali e responsabili del consorzio per “affitti gonfiati” nel Piano di zona

Immagine di copertina
Spinaceto, Roma

Spinaceto rinvio a giudizio

Si sono chiuse le indagini che la Procura di Roma ha condotto riguardo la situazione degli “affitti gonfiati” nel Piano di zona Spinaceto due, periferia sudovest di Roma. Il sostituto procuratore Francesco Dall’Olio ha inoltrato al gip Angela Gerardi la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei responsabili del consorzio costruttore Vesta e dei funzionari comunali che erano tenuti a vigilare.

Il 29 maggio erano previsti gli sfratti per morosità nei confronti di alcuni degli inquilini di via Angelo Sante Bastiani, ma questi sono stati rimandati grazie a due lettere inviate dall’Assessorato all’Urbanistica di Roma, guidato da Luca Montuori, e dal dipartimento, e in particolare dalla dirigente Cinzia Esposito.

Non è ancora arrivata invece la delibera con cui il comune dovrebbe revocare la convenzione stipulata con il consorzio Vesta, costruttore concessionario, ora in liquidazione coatta amministrativa.

La richiesta di rinvio a giudizio ci era stata anticipata da Angelo Fascetti, del sindacato Asia Usb, ma ora TPI ne ha avuto conferma ufficiale.

Per il comune di Roma risultano indagati per omissione di atti d’ufficio Marcello Andreangeli, Direttore dell’unità Edilizia residenziale pubblica – del comune di Roma dal 2001 al 2010, Giancarlo Matta, Luciano Mancini, Maurizio Frontani e Antonio De Maio, funzionari comunali addetti all’ufficio verifica del prezzi massimi di cessione del Comune di Roma.

Secondo il pm, i funzionari avrebbero omesso “di verificare la corretta quantificazione del prezzo massimo di cessione degli alloggi realizzati (…) anche non verificando la omessa presentazione (…) del prescritto piano finanziario relativo ai costi dell’intervento costruttivo e l’omessa presentazione delle richieste di assenso delle opere migliorative sottoscritte dagli inquilini”.  (qui l’avvocato Vincenzo Perticaro ha spiegato a TPI come funziona il calcolo dei prezzi massimi di cessione).

Marcello Andreangeli era finito sotto lo scrutinio degli inquirenti alcuni anni fa, per la presunta auto-assegnazione di una villetta a metà prezzo. “Il dirigente comunale che doveva vigilare sulla corretta gestione delle case in edilizia agevolata elargiva, in cambio di soldi, illegittimi nulla osta per vendere e affittare appartamenti a prezzi gonfiati e assegnò a sé stesso, senza averne i titoli, una villetta che gli altri acquirenti pagavano il doppio. Falso ideologico, abuso d’ufficio, concussione e usurpazione di potere avrebbero guidato l’azione del direttore dell’unità di Edilizia residenziale pubblica del Comune, Marcello Andreangeli, almeno secondo la denuncia che ha portato all’apertura di un’inchiesta del pm Francesco all’Olio”, si legge in un articolo pubblicato nel 2015 sul Corriere della Sera.

Per il consorzio Vesta risultano invece indagati per concorso in truffa e truffa aggravata, con reato continuativo, i vertici Mauro Lilli,Ugo Klapetz e Giselda Pisaneschi.

Anche il consorzio Vesta risulta indagato, per via della legge sulla responsabilità penale degli enti.

Sfratti rimandati

In totale il 29 maggio erano previsti cinque sfratti. Per quattro di questi era stata accettata la richiesta dell’assessorato all’Urbanistica di sospendere gli sfratti per 120 giorni in via cautelativa.

Per eseguire il quarto sfratto, invece, è arrivata la polizia.

“Siamo riusciti, con la nostra mediazione, a evitare anche questo sfratto, che è stato rinviato al 4 luglio”, prosegue Fascetti. “Abbiamo di fatto tamponato questa situazione, ma continuiamo a non capire cosa impedisca al comune di rivedere i prezzi massimi di cessione, così come stabilisce la legge e così come dice la magistratura, che ha chiuso le indagini su questo Piano di zona e ci risulta che abbia rinviato a giudizio sia i dirigenti comunali sia i responsabili della ditta indagati”.

“Il punto su cui la magistratura ha focalizzato il reato è la mancanza del piano finanziario. In assenza di questo non è certo l’ammontare dell’affitto e quindi della morosità degli inquilini”, spiega Fascetti, che insieme all’avvocato Vincenzo Perticaro ha denunciato già nel 2012 lo scandalo degli “affitti gonfiati” nel Piano di zona di Spinaceto.

“Noi chiediamo che il comune applichi la legge. La procedura per la revoca della convenzione è stata avviata a ottobre 2017, ma ancora non se ne sa nulla”, aggiunge.

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