Sottosegretario governo Lega-M5s: “I Criceti di Satana mirano a pulizie etniche”
Bizzarro tweet di Luciano Barra Caracciolo, sottosegretario nel dicastero di Paolo Savona
“I Criceti di Satana col loro globalismo irenico promuovono il tribalismo malthusiano omicida mirando a pulizie etniche su scala mondiale per assecondare i bisogni edonistici di elite sociopatiche”.
È un tweet quantomeno bizzarro comparso sul profilo di Luciano Barra Caracciolo, sottosegretario agli Affari Europei nel governo M5s-Lega, domenica 23 dicembre.
I Criceti di Satana col loro globalismo irenico promuovono il tribalismo malthusiano omicida mirando a pulizie etniche su scala mondiale per assecondare i bisogni edonistici di elite sociopatiche
— LucianoBarraCaraccio (@LucianoBarraCar) 23 dicembre 2018
Caracciolo è un giurista e politico noto per le sue posizioni euroscettiche, ma in pochi pensavano che, in un discorso di sapore anti-globalista, si sarebbe spinto addirittura a chiamare in causa i “criceti di Satana”.
Molti i commenti ironici al tweet: c’è chi paragona il complottismo del professore, autore di studi sull’euro e la costituzione, a quello del filosofo Diego Fusaro, chi sostiene che i criceti abbiano rosicchiato il cervello al sottosegretario del dicastero di Paolo Savona.
Anche Luca Bottura, su Repubblica, ha citato il tweet nella sua rubrica “marziani”, commentando sarcastico: “I criceti di Satana. Dev’essere il primo effetto degli sgravi sulle birre”.
Caracciolo è stato vicesegretario generale di Palazzo Chigi nel governo Berlusconi II, presidente della Sesta sezione del Consiglio di Stato e visiting professor in alcune università degli Stati Uniti.
Fortemente critico nei confronti dell’euro, da cui ha più volte auspicato l’uscita per l’Italia, Caracciolo si è contraddistinto anche come sostenitore della teoria cospirazionista nota come “Hazard Circular”.
Si tratta di una teoria resa celebre in particolare dal poeta Ezra Pound. In sostanza, fa riferimento a una lettera che circolava negli ambienti finanziari della Londra di fine Ottocento, e in cui si legge: “Il controllo sull’emissione della moneta sia più efficace, rispetto al fine di controllare il livello dei salari, cioè dei costi da attribuire al mantenimento in vita della forza lavoro, dello stesso schiavismo”.