I tre carabinieri coinvolti nella morte di Stefano Cucchi sono stati sospesi dal servizio
La sospensione dei tre militari, ai quali sarà dimezzato lo stipendio, è stata disposta dal comando generale dell'Arma e dal ministero della Difesa
Nel gennaio 2017 la procura di Roma ha chiesto il processo con nuovi capi d’accusa a carico dei tre carabinieri, Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco, coinvolti nella morte di Stefano Cucchi.
I tre carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale pluriaggravato dai futili motivi e dalla minorata difesa della vittima, abuso di autorità contro arrestati, falso ideologico in atto pubblico e calunnia, sono stati sospesi dal servizio il 24 febbraio 2017.
La sospensione dei tre militari, ai quali sarà dimezzato lo stipendio, è stata disposta a titolo precauzionale dal comando generale dell’Arma e dal ministero della Difesa su richiesta del comando generale.
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Secondo l’accusa sarebbero i responsabili del pestaggio che il giovane avrebbe subito e che ne determinò la morte.
Stefano fu trovato morto il 22 ottobre 2009 in una stanza all’interno del reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini di Roma, dove era ricoverato da quattro giorni, dopo essere stato arrestato dai carabinieri.
Per Roberto Mandolini e Vincenzo Nicolardi, gli altri due militari coinvolti è stato chiesto il rinvio a giudizio per calunnia (il primo anche per falso). In questo caso il comando generale dell’Arma non ha ancora adottato alcun provvedimento.
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