Riace, manifestazione in sostegno di Mimmo Lucano: “Non si può arrestare l’umanità”
I manifestanti si sono riuniti in città per chiedere la liberazione del primo cittadino
Il 6 ottobre per le strade di Riace si sono riversati cittadini e organizzazioni che hanno deciso di manifestare la loro solidarietà nei confronti del sindaco Mimmo Lucano, finito nei giorni scorsi agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Locri con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di illecito affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti.
La manifestazione, chiamata “Riace non si arresta”, è stata promossa da Cgil, Arci, Articolo 21, Potere al Popolo, Prc, Link Unical, Libera, centri sociali, militanti della sinistra antagonista e sigle riuniti nel gruppo social “Riace patrimonio dell’umanità”
Una prima stima sul numero di partecipanti è stata fornita dagli organizzatori, secondo cui ci sarebbero presenti alla manifestazione 5mila persone, nonostante il maltempo che imperversa nella Calabria.
“È la marcia di tutti quei disobbedienti civili che immaginano un futuro diverso da questo Governo. Per Lucano, per Becky Moses, immigrata nigeriana morta nell’incendio della baraccopoli di San Ferdinando, per Sacko Soumaila, migrante maliano ucciso a colpi di fucile nel Vibonese nello scorso mese di giugno, per tutti coloro che si vedranno respinti dal decreto Salvini“, hanno spiegato gli organizzatori.
“È la marcia per la solidarietà che non può essere reato”.
In molti si sono presentati alla manifestazione con striscioni recanti slogan contro il ministro dell’Interno per chiedere la liberazione del sindaco di Riace. Tra i presenti, anche migranti che hanno inscenato canti e balli a sostegno di Lucano.
Contro l’arresto del sindaco di Riace si era già espresso l’attore Beppe Fiorello, che da tempo ha un rapporto di stima e amicizia con il primo cittadino del comune calabrese su cui nei mesi scorsi ha girato una fiction dal titolo “Tutto il mondo è paese”. Fiction che la Rai non ha, ad oggi, ancora mandato in onda.
“Mimmo Lucano, crederò in te più di prima. Qualcuno si porterà sulla coscienza la vita di un uomo straordinario, io lo so che Mimmo non sopporterà questa vergogna, ora cerco parole per difenderlo ma mi rendo conto che non va più difeso, va amato come lui ama il prossimo”.
Nel pomeriggio del 6 ottobre è anche arrivato via Twitter il commento del ministro dell’Interno sulla manifestazione. “Qualche migliaio di persone di sinistra (tra cui Laura Boldrini) ha manifestato solidarietà al sindaco di Riace, finito ai domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Quando scoppiò il caso Diciotti, l’Anm difese il pm tuonando ‘basta interferenze’, mentre Mattarella ricordò che ‘nessuno è al di sopra della legge’. Ora diranno le stesse cose?”
Le parole del sindaco
“Sono alcuni anni che c’è questo livello di tensioni e di avversioni, è come un tiro incrociato”, queste le parole del sindaco di Riace, Domenico Lucano, intervistato dall’agenzia Agi sul motivo dei suoi arresti.
“Stiamo resistendo perché dopo tanti anni si era creato un certo processo che per un po’ di tempo è in grado di sopportare tutto questo caos che si è creato per via dei tagli ai contributi ma anche per via del blocco degli inserimenti per cui anche la mission dell’accoglienza è venuta meno se non fosse stato che abbiamo accettato delle persone che spontaneamente si sono presentate a Riace perché avevano necessità di essere accolte”.
“Nel corso del tempo abbiamo in qualche modo costruito i presupposti per creare non solo condizioni per l’accoglienza ma anche per l’integrazione. Accoglienza integrata, queste due parole racchiudono il senso di che cosa significa utilizzare queste risorse anche pubbliche per portare magari in maniera relativamente veloce i rifugiati nelle condizioni di avere un’autonomia”.
“Spero di tornare a essere una persona normale, libera – continua il sindaco – che non deve subire questi condizionamenti anche perché sul piano psicologico lasciano un segno. Voglio tornare a essere una persona libera come tutti”.
L’arresto del sindaco di Riace
Il sindaco di Riace, Domenico Lucano, è agli arresti domiciliari dall’alba di martedì 2 ottobre 2018. Lucano è accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Locri, verte sulla gestione dei finanziamenti erogati dal ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace, per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico.
Nell’ambito dell’operazione, denominata “Xenia”, è stato disposto anche il divieto di dimora per la compagna del sindaco, Tesfahun Lemlem, nell’ambito dell’operazione .
Domenico Lucano (chi è) era indagato dalla Procura di Locri per abuso d’ufficio, concussione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in relazione alla gestione del sistema di accoglienza.
Insieme a lui era indagato anche Fernando Antonio Capone, presidente dell’associazione “Città Futura-don Pino Puglisi”.
Inoltre, la Procura di Locri contesta all sindaco l’affidamento diretto del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti della cittadina, al di fuori delle procedure di gara previste dal codice dei contratti pubblici, a favore di due cooperative sociali, la “Ecoriace” e L’Aquilone”.
Il primo cittadino è anche accusato di aver organizzato deu veri e propri “matrimoni di convenienza” tra cittadini riacesi e donne straniere, per permettere a queste ultime di restare in Italia.