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Sindaco di Riace, le intercettazioni: “Facciamola sposare così prende i documenti”

Immagine di copertina
Il sindaco di Riace Domenico Lucano. Credit: AFP

Le conversazioni intercettate si trovano nell'ordinanza di custodia cautelare: "Proprio per disattendere queste leggi balorde vado contro la legge"

“Io la carta d’identità gliela faccio … io sono un fuorilegge, sono un fuorilegge, perché per fare la carta d’identità io dovrei avere un permesso di soggiorno in corso di validità … in più lei deve dimostrare che abita a Riace, che ha una dimora a Riace, allora io dico così, non mando neanche i vigili, mi assumo io la responsabilità e gli dico va bene, sono responsabile dei vigili … la carta d’identità tre fotografie, all’ufficio anagrafe, la iscriviamo subito”.

È un passaggio delle intercettazioni trascritte nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di Domenico Lucano, sindaco di Riace.

Lucano è accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (qui vi spieghiamo di cosa si tratta). L’indagine, coordinata dalla Procura di Locri, verte sulla gestione dei finanziamenti erogati per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico al Comune calabrese, in provincia di Reggio Calabria (chi è Domenico Lucano).

Nell’ordinanza di custodia cautelare, vengono portate a supporto della tesi accusatoria alcune conversazioni telefoniche in cui Lucano mostrerebbe di adoperarsi per far avere ai migranti i documenti necessari per restare in Italia.

Lo stesso sindaco afferma di agire “proprio per disattendere queste leggi balorde”, che rendono complicato se non impossibile per i migranti riuscire ad avere i documenti.

In una telefonata, Lucano si occupa della situazione di una ragazza nigeriana che non è riuscita ad ottenere il permesso di soggiorno.

“Se ne deve andare, se ha avuto per tre volte il diniego, ecco perché non lo rinnovano più. Ti spiego dal punto di vista dei documenti lei non può stare … mica dipende da … questo purtroppo, dico purtroppo perché io non sono d’accordo con questo decreto, come documenti lei non ha diritto di stare in Italia. Se la vedono i carabinieri la rinchiudono, perché non ha i documenti, non ha niente”.

Proprio per ovviare a questa situazione, Lucano sembra esprimere la disponibilità ad “aggirare” la legge facendo valere i suoi poteri di sindaco: “io la carta d’identità gliela faccio … io sono un fuorilegge, sono un fuorilegge, perché per fare la carta d’identità io dovrei avere un permesso di soggiorno in corso di validità … in più lei deve dimostrare che abita a Riace, che ha una dimora a Riace, allora io dico così, non mando neanche i vigili, mi assumo io la responsabilità e gli dico va bene, sono responsabile dei vigili … la carta d’identità tre fotografie, all’ufficio anagrafe, la iscriviamo subito …”

Tra le accuse mosse al sindaco di Riace c’è in particolare quella di aver organizzato dei matrimoni combinati tra cittadini riacesi e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano.

Anche in questo caso a supporto dell’accusa viene portata un’intercettazione che si riferisce sempre al caso della ragazza nigeriana:

“Sai qual è secondo me l’unica strada percorribile? volendo spremere le meningi, che lei si sposa! come ha fatto Stella. Stella si è sposata con Nazareno. Sono responsabile dell’ufficio anagrafe, il matrimonio te lo faccio immediatamente con un cittadino italiano … guarda come funziona Daniela, se lei … però dobbiamo trovare un uomo che è libero come stato civile … divorziato si …”.

“Se lei si sposa a noi deve portare soltanto come richiedente asilo … almeno io non sto là a guardare se i suoi documenti sono a posto, mi fa un atto notorio dove dice che è libera di poter contrarre matrimonio e siccome è una richiedente asilo non vado ad esaminare i suoi documenti perché ovviamente uno che è in fuga dalle guerre non ha documenti con lei e mi basta una sua dichiarazione, un atto notorio … dovremmo chiedere all’ambasciata ma mi basta un’autocertificazione dove mi dice che lei è libera”.

“Quello che invece è italiano che si vuole sposare con lei deve portare i documenti che è libero per sposarsi… Se succede questo in un giorno li sposiamo. poi dopo mi chiede al comune il certificato di matrimonio … va alla questura di Siderno e chiede un permesso di soggiorno per motivi familiari perché si è sposata in Italia con cittadino italiano e non gli deve portare niente … solo il certificato di matrimonio … in quel modo, dopo che lei ha il permesso di soggiorno per motivi familiari, i tre dinieghi non hanno nessun valore è subentrata un’altra situazione civile … non solo, dopo un po’ di tempo prende anche la cittadinanza italiana”.

La Procura di Locri contesta al sindaco anche l’affidamento diretto del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti della cittadina, al di fuori delle procedure di gara previste dal codice dei contratti pubblici, a favore di due cooperative sociali, la “Ecoriace” e L’Aquilone”.

Secondo l’accusa, le due coop non avevano i requisiti di legge richiesti per l’ottenimento del servizio pubblico, perché non iscritte nell’apposito albo regionale previsto dalla normativa di settore.

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