Reggio Emilia, il sindaco emana un’ordinanza anti-cattiveria
Il sindaco di Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, ha emanato un’ordinanza anti-cattiveria e rabbia.
“C’è un’urgente necessità, davvero, di arginare la deriva che sta prendendo il nostro Paese, c’è bisogno di fertilizzare un terreno culturale, per tenere insieme la nostra comunità”, ha detto Andrea Costa, esponente del Pd, che sostiene l’importanza della sfida culturale a cui siamo davanti.
“È chiaro che l’ordinanza ha un sapore provocatorio, ma serve a mettere in primo piano la nostra vera sfida, che è una sfida culturale”.
L’ordinanza numero 1 del 4 gennaio 2019 porta un titolo molto chiaro: “Istituzione del divieto a manifestare rabbia, cattiveria, rancore e di ogni atto fisico o verbale teso a recare offesa a singoli o gruppi di persone”.
Nel testo vengono citati alcuni articoli del Testo Unico degli enti locali sulla funzione e sui poteri dei sindaci rispetto alle comunità di cui sono a capo, passando per i principi base della Costituzione, fino alla Dichiarazione sui diritti universali e alla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue.
Il primo cittadino del comune reggiano ha sentito l’urgenza di agire per mettere un argine al “diffondersi sempre più preoccupante di manifestazioni di cattiveria, rabbia, rancore, che rischiano di mettere in grave pregiudizio l’incolumità delle singole persone e la tenuta della comunità stessa”. Si tratta di sentimenti che sempre di più sono diretti verso “i soggetti considerati più deboli e fragili”.
L’ordinanza del sindaco si rivolge alle manifestazioni di rabbia sia nei luoghi fisici che in quelli virtuali, come i social network.
E proprio sui social network il sindaco sottolinea: “Complice l’assenza del confronto de visu, molte persone si sentono libere di utilizzare espressioni che incitano all’odio, a perseguitare singoli individui agitando vere e proprie campagne di linciaggio mediatico oppure intere categorie sociali praticando una differenziazione per razza, religione, orientamento politico o sessuale, censo e appartenenza”.
“La storia di questa collettività è fatta di lotte per la Libertà, l’affermazione dei diritti in capo a ciascun individuo, la pratica dei principi di solidarietà che nel tempo hanno permesso di costruire benessere e servizi adeguati alla cura delle persone, allo sviluppo delle individualità, alla crescita dell’intera comunità e delle relazioni che l’hanno resa forte e coesa”, si legge nel testo.
In sostanza, il sindaco vieta ogni esibizione di cattiveria, rancore o rabbia e prevede un puntuale elenco di sanzioni, che vanno dalla visione di film come “La Vita è bella” o “Philadelphia” fino alla lettura di libri come “Se questo è un uomo” di Primo Levi o “Il razzismo spiegato a mia figlia”, o l’invito a visitare luoghi simbolo come il campo di Fossoli e il museo Cervi, o ammirare capolavori dell’arte come la Pietà Rondanini al Castello Sforzesco di Milano, o assistere alla rappresentazione teatrale di opere come “Edipo Re” o “Medea”.
Nei casi di maggior gravità, la sanzione si fa più “dura”, e prevede lo svolgimento di almeno 10 ore di volontariato presso una delle associazioni iscritte all’Albo comunale.
L’ordinanza del sindaco è stata inoltrata al presidente Anci, Antonio De Caro, e al prefetto di Reggio Emilia.
Come si farà rispettare la sanzione? “Non sarò solo io a farlo. Saranno tutti i cittadini ad aiutarmi. La sfida è proprio questa: combattere insieme alla collettività”, propone ancora il sindaco.
Ogni cittadino di Luzzara o ogni persona che dovesse transitare sul territorio comunale infatti invitata a segnalare “la violazione di tale divieto opportunamente segnalandolo alla scrivente autorità attraverso la casella di posta elettronica stopcattiveria@comune.luzzara.re.it fornendo le prove per quanto possibile della violazione (screenshot di pagine web, foto di messaggi pubblici, registrazioni audio o video, la testimonianza da parte di più soggetti che accreditino la violazione)”.
E sulla protesta di alcuni sindaci contro il decreto sicurezza, Costa dice: “Le leggi razziali sono sbagliate, ma se non si fa capire agli italiani che sono sbagliate, convincendo la maggioranza a chiederne l’abrogazione, anche il gesto di disapplicarle da parte di singoli sindaci diventa in realtà inefficace. Disapplicare la legge è il gesto di un singolo, che rischia solo di creare contrapposizioni fra istituzioni, senza essere compreso dagli italiani. Bisogna invece riuscire convincere la maggior parte degli italiana a cambiare idea. È questa la battaglia che dobbiamo vincere. Per questo parlo di sfida culturale, prima ancora che politica, intendendo per culturale un cambio di mentalità che vada al di là della politica, rimettendo al centro la bellezza e la collaborazione nel costruire qualcosa di positivo”.