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Roma, sgombero del centro Baobab che ospita i migranti: “Le ruspe non sono la soluzione, non ci fermeremo”

Il campo informale per migranti in piazzale Maslax nei pressi della stazione Tiburtina a Roma è stato sgomberato. Più di cento migranti sono stati portati in Questura per l'identificazione

Alle 7.00 di martedì 13 novembre 2018 il Baobab, il campo informale per migranti in piazzale Maslax nei pressi della stazione Tiburtina a Roma, è stato sgomberato. La notizia circolava da giorni e l’ordine di sgombero alla fine è arrivato.

La polizia si è presentata all’alba con i blindati e ha invitato tutti a lasciare immediatamente l’area.

Circa 136 migranti sono stati portati in via Patini, negli uffici della Questura, per il riconoscimento. Per loro non è stata trovata alcuna soluzione alternativa.

“Lo sgombero non è la soluzione e non ci faremo spaventare. Vogliamo dare a queste persone un posto sicuro in cui dormire anche questa notte”, ha detto a TPI Andrea Costa, il portavoce del Baobab Experience. “Ci sono stati più di 18 sgomberi a Roma nell’ultimo periodo ma non si è trovata ancora una vera soluzione, anche ci sono stati tavoli di incontro e si sono liberati dei posti. Alla fine si è deciso di andare avanti con le ruspe e la polizia, cosa che si poteva del tutto evitare”.

“Nel presidio gravitavano 200 persone: non ci sono solo migranti in transito ma anche dublinati (vittime del Regolamento di Dublino, ndr) e italiani. Quello che ci spaventa è che non sanno dove trascorrere la notte. Anche se il Baobab non era il posto migliore al mondo, era comunque un luogo dove potevano stare tranquili, trovare un pasto caldo e un po’ di energia elettrica”, ha concluso Costa.

Roberto Viviani, anche lui di Baobab Experience, ha detto: “Oggi c’è stato un colpo di mano. Si va avanti con polizia e ruspa. Avere un tetto dovrebbe essere un diritto riconosciuto a tutti ma queste persone, ora, saranno lasciate fuori dall’ufficio immigrazione”.

Il commento di Matteo Salvini –  “Zone franche, senza Stato e legalità, non sono più tollerate. L’avevamo promesso, lo stiamo facendo. E non è finita qui. Dalle parole ai fatti”, sono state la parole del ministro dell’Interno.

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