Sergio Bramini: la storia dell’imprenditore fallito nonostante un credito di 4 milioni di euro
Il servizio de Le Iene
Sergio Bramini: la storia dell’imprenditore protagonista del servizio de Le Iene | La situazione oggi
Sergio Bramini, 71 anni, è un imprenditore di Monza.
La storia è finita sui quotidiani nazionali a causa del fallimento di una sua società di raccolta dei rifiuti, nonostante il credito di 4 milioni di euro vantato con lo Stato.
Bramini si è visto portare via la villa ipotecata per scongiurare il fallimento e salvare l’azienda e i suoi 32 dipendenti.
Dopo le denunce e l’interessamento da parte dei media – tra cui Le Iene – l’imprenditore ha ricevuto l’appoggio del nuovo governo e dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio: è stato quindi scelto come consulente per scrivere una legge sulle procedure fallimentari.
Sergio Bramini e la Icom | Intervista a Panorama
Il Giorno riporta una recente dichiarazione di Bramini:
“Ho già scritto i punti della mia proposta, bisogna ritoccare profondamente la legge fallimentare: la prima casa non va toccata, specie per chi vanta crediti con lo Stato. E va rivisto l’articolo 560 del Codice di Procedura Civile, che consente al custode giudiziario poteri enormi, come scaraventare il debitore fuori di casa prima che sia avviata la vendita forzata dell’immobile. Anche a costo di buttare in mezzo a una strada bambini, disabili o anziani pur di rendere appetibile l’asta”.
In realtà, secondo quanto detto dallo stesso Bramini a Panorama, qualcosina sembra non funzionare circa l’incarico:
“Le dico solo che a oggi non ho preso un quattrino. Ho lavorato un mese senza nulla, poi mi è stato fatto un contratto che è partito a fine luglio, ma non bastava neppure a coprire le spese. Ci rimettevo. Ora è stato ritoccato ma non mi resta in tasca un euro”.
Bramini ha poi smentito l’intervista in quanto “oggetto di una ricostruzione mirata a screditare il governo attuale”.
Sergio Bramini: il servizio de Le Iene
Sergio Bramini: tutta la storia
A riassumente per punti la storia di Bramini e della sua Icom è Agi:
- 1995 – Tra i vari appalti che la Icom vince ci sono quelli con la Ato di Ragusa per la gestione delle discariche di Vittoria e Scicli (mezz’ora di macchina dalla casa di Montalbano, per intenderci)
- 2007 – La pubblica amministrazione smette di pagare o lo fa molto lentamente, mettendo in crisi di liquidità la Icom che deve avere dalla Ato 2,5 milioni di euro. La chiusura delle due discariche di Vittoria e Scicli – per le quali la Icom ha dovuto anticipare le spese di gestione – la porta a non poter gestire finanziariamente altri appalti e non potersi garantire la sopravvivenza.
- 2011 – La Icom fallisce, il curatore contesta a Bramini di non aver chiuso prima i battenti impedendole di accumulare un milione di debiti: 500 mila euro di ipoteca sugli uffici e 500 mila sulla casa dell’imprenditore.
- 2018 – Il Tribunale di Monza decreta che Bramini deve essere sfrattato e la sua villa deve passare alla banca creditrice. Lo sfratto viene eseguito il 18 maggio in diretta Facebook nonostante due parlamentari vi avessero eletto domicilio.