Sentenza Mediolanum: chiesta l’archiviazione per Silvio Berlusconi
Venerdì 5 aprile 2019 la procura di Roma ha chiesto l’archiviazione per il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, indagato per corruzione in atti giudiziari riguardo alla sentenza Mediolanum del Consiglio di Stato del marzo 2016.
In quell’occasione, infatti, il Consiglio di Stato annullò l’obbligo per Berlusconi di cedere una quota detenuta in banca Mediolanum. In questo modo, l’ex premier italiano riuscì a mantenere una quota azionaria all’interno di Mediolanum più alta di quanto volesse Bankitalia.
All’inizio di marzo 2019, l’ex Cavaliere era finito indagato per corruzione in atti giudiziari, dal momento che si sospettava che la sentenza in questione fosse stata pilotata. Ma lo storico avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, si era subito detto sicuro dell’archiviazione: “Si tratta – aveva dichiarato – di una vicenda dalla quale Berlusconi era stato già archiviato, e siamo certi che accadrà di nuovo. Non c’è alcuna possibilità di reperire elementi idonei per sostenere un accusa in giudizio. Ci auguriamo solo che l’archiviazione avvenga in tempi brevi”.
Il verdetto del 2016 del Consiglio di Stato ribaltò quanto deciso nel 2014 dal Tar, che aveva imposto a Berlusconi di cedere “la propria quota in Mediolanum oltre il 9,9 per cento, ovvero il 20 per cento circa”, per un valore totale di circa 1 miliardo di euro.
Adesso però i magistrati di Piazzale Clodio hanno chiesto al gip di archiviare la posizione del leader di Forza Italia e degli altri indagati.
A casa di quest’ultimo vennero trovati anche, in due armadi, 250mila euro in contanti e alcune copie di sentenze emesse dal Consiglio di Stato, tra cui la bozza del verdetto Mediolanum. La procura sostiene che non ci sia la prova che quei soldi fossero destinati a pilotare proprio la sentenza del Consiglio di Stato.