“Ci vorrebbe un po’ di scuola Diaz”: il capogruppo della Lega alla Circoscrizione 6 Torino sugli anarchici
Il capogruppo si è subito scusato per il post su Facebook
Ha fatto molto discutere un post scritto da Alessandro Ciro Sciretti, il capogruppo della Lega alla Circoscrizione 6 di Torino, in merito agli scontri che si sono verificati il 9 febbraio 2019 nel capoluogo piemontese tra la polizia e anarchici.
“Ci vorrebbe un po’ di scuola Diaz”, è stato il cuore del suo commento affidato ai social.
“Ditemi voi se tutto questo è accettabile”, ha scritto Sciretti. “Nessuna pietà, nessuna, per queste persone. Le Forze dell’ordine sono troppo limitate nei loro poteri. Ci vuole un po’ di Scuola Diaz”.
I toni critici sono durati ben poco. In meno di un’ora infatti è stato costretto a fare un passo indietro e a giustificarsi per quanto scritto: “Chiedo scusa a chi non capisce le provocazioni”.
Il post, ha spiegato Ciro Sciretti, era frutto della rabbia contro gli scontri avvenuti a Torino e per i danni arrecati alla città: “Mi richiamo sempre alla legalità. Per questo, il riferimento ai fatti della Diaz non è, e non può essere preso, come una seria riflessione, ma solo ed esclusivamente come una provocazione”.
Le scuse però non sono state abbastanza per Emanuele Fiano, del Pd, che ha chiesto a Matteo Salvini e alla Lega di dissociarsi. “Troppo facile cavarsela con le scuse sui social, Salvini e la Lega prendano immediatamente le distanze dalle dichiarazioni del capogruppo Sciretti. La Diaz è stata una pagina ingiustificabile della nostra storia e che oggi vi sia qualcuno pronto a rievocarla fa davvero rabbrividire”.
Gli scontri a Torino
Oltre 500 anarchici si sono dati appuntamento nel pomeriggio di sabato 9 febbraio in piazza Castello, a Torino, per protestare contro lo sgombero dell’asilo occupato di via Alessandria, avamposto anarchico fin dalla metà degli anni Novanta.
La polizia ha lanciato lacrimogeni contro gli anarchici che hanno cercato di attraversare il ponte sulla Dora di corso Regio Parco. I manifestanti hanno incendiato un cassonetto e gettato bombe carta, con gli agenti che hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni, attivando anche l’idrante.