Minacce e uno striscione di Forza Nuova contro il locale dello scontrino omofobo
Dopo il licenziamento del cameriere, i proprietari della Locanda Rigatoni a Roma hanno ricevuto minacce di morte e di danni al locale
Minacce di morte e striscioni di Forza Nuova contro i proprietari della Locanda Rigatoni a Roma che hanno licenziato il cameriere responsabile dello scontrino omofobo indirizzato a una coppia gay.
I gestori del locale hanno diffuso una nota in cui si legge: “Ieri è stato un susseguirsi di telefonate violente e volgari e non poche minacce di morte e di danni al locale, che pertanto oggi resterà chiuso”.
Attacchi che arrivano anche e soprattutto sui social network, come sottolineano ancora i proprietari della Locanda nella nota. Ma non solo: “Stamattina ci siamo ritrovati uno striscione omofobo e razzista di Forza Nuova di fronte il nostro locale, che è stato poi rimosso da noi stessi”.
“Licenziato dalla vostra omofollia”, si legge sullo striscione apposto dal movimento di estrema destra. “La vicenda dello scontrino ci offende come imprenditori, come lavoratori e come cittadini”, si legge ancora nella nota della Locanda.
I proprietari della Locanda Rigatoni sottolineano, infatti, come “le conseguenze di un atto inqualificabile di una persona che è stata prontamente allontanata, stanno coinvolgendo le famiglie nostre e dei nostri lavoratori”.
Dai gestori del ristorante arrivano ancora le scuse alla coppia omosessuale a cui lo scontrino omofobo era diretto e “la richiesta di un confronto e di un percorso condiviso con la comunità Lgbt, in modo tale che episodi vergognosi come quello capitato non possano e non debbano più ripetersi”.
A rispondere è Fabrizio Marrazzo del Gay Center, che non si accontenta delle scuse “tardive” della Locanda e chiede che il locale venga chiuso.
“Il licenziamento del dipendente da parte delle Locanda Rigatoni dopo lo scontrino omofobo, è un’azione tardiva fatta dai proprietari, solo a seguito del nostro interventi, dei media e della campagna di boicottaggio lanciata dal web che ha visto il rate del loro locale passare da 4,5/5 a circa 1,5/5”, ha affermato Marrazzo.
Come sottolinea il responsabile di Gay Center, “la proprietaria quando è stata informata giovedì invece di sanzionare immediatamente il dipendente e scusarsi, ha fatto 30 minuti di discussione senza mai scusarsi”.
I locali con licenza pubblica, come spiega ancora Marrazzo, “non possono effettuare azioni discriminatorie verso i clienti, per colore della pelle, per religione, per orientamento sessuale, etc., chi lo fa va sanzionato”.
“Ringraziamo il Comune – prosegue il portavoce del Gay Center – per l’intervento di controllo che andrà ad effettuare, ed attendiamo di conoscere le sanzioni che verranno attuate”.