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Home » News

Sea Watch, la nave è arrivata nel porto di Catania: inizia lo sbarco

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La nave aveva lasciato la rada di Siracusa intorno alle 5:30 della mattina. Il cambio di porto secondo la Ong è stata una mossa puramente politica

La nave della Sea Watch è arrivata al porto di Catania dopo le 10 del 31 gennaio: aveva lasciato la rada di Siracusa intorno alle 5:30 della mattina.

La partenza era prevista per la sera di mercoledì, ma un guasto al motore aveva ritardato le operazioni: il problema è stato risolto intorno alle 2. La Sea Watch 3 dovrebbe approdare a Catania intorno alle 9 della mattina.

Il governo ha deciso di dirigere l’imbarcazione nel porto catanese perché lì sono presenti “centri ministeriali per l’accoglienza di minori”. “I maggiorenni saranno immediatamente trasferiti all’hotspot di Messina”, hanno spiegato dal ministero dell’Interno.

Secondo la Ong invece l’approdo a Catania è una mera mossa politica: “Dobbiamo andare a Catania. Ciò significa che dobbiamo allontanarci da un porto sicuro, verso un porto dove c’è un procuratore noto per la sua agenda sulle Ong che salvano in mare. Se questa non è una mossa politica non sappiamo cosa sia. Speriamo per il meglio ma ci aspettiamo il peggio”.

Sulla nave ci sono 47 migranti salvati il 19 gennaio e il via libera ad approdare sulle coste italiane è arrivato soltanto nel pomeriggio del 30 gennaio, quando sei paesi europei hanno dato la loro disponibilità ad accogliere i profughi.

Leggi anche: Chi c’è a bordo di Sea Watch 3: la storia di Doro, il gigante buono pieno di cicatrici

L’accordo con i paesi Ue è stato raggiunto dopo un incontro tra il premier Giuseppe Conte e i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini: il ministro dell’Interno ha accettato l’approdo della nave solo in cambio della redistribuzione dei migranti in Europa.

Nella mattina del 30 gennaio cinque paesi europei avevano dato la loro disponibilità ad accogliere i migranti salvati dalla nave umanitaria: Germania, Francia, Portogallo, Romania e Malta si erano fatti avanti e si erano offerti a prendere una quota delle persone presenti sulla Sea Watch. In seguito si è aggiunto anche il Lussemburgo.

“Si è aggiunto anche il Lussemburgo tra i Paesi in cui saranno redistribuiti i migranti della Sea Watch, e lo ringrazio. Siamo, con l’Italia, 7 Paesi”, era stato l’annuncio del premier Conte.

Intanto prosegue l’inchiesta della Procura di Siracusa per capire se sia possibile o meno disporre il sequestro della nave umanitaria, come vorrebbe il vicepremier Di Maio.

Nei giorni passati il procuratore aveva già espresso una prima valutazione sull’operato del comandante della nave, accusato di aver volontariamente diretto la nave verso l’Italia e non verso la Tunisia per creare un caso diplomatico.

“Il comandante non ha commesso alcun reato, ha scelto la rotta per lui più sicura”, è stata la prima valutazione del pm Fabio Scavone.

Leggi anche: La portavoce della Sea Watch a TPI: “Non potevamo andare in Tunisia, ecco la verità sul perché abbiamo fatto rotta verso l’Italia”
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