Saviano a Salvini: “Ministro, le spiego perché lei e la Lega non avete capito la ‘ndrangheta”
Lo scrittore campano snocciola fatti e inchieste che vedono le cosche 'ndranghetiste coinvolte negli affari del Nord, alla vigilia dell'arrivo del ministro dell'Interno in Calabria, al santuario di Madonna di Polsi, luogo iconico oltre che di spiritualità, anche di 'ndrangheta
Roberto Saviano torna a rivolgersi con toni duri al ministro dell’Interno Matteo Salvini. Stavolta al centro della questione l’arrivo del vicepremier in Calabria, al santuario della Madonna di Polsi, luogo iconico della ‘ndrangheta, previsto per il giorno di Ferragosto.
Fa bene, dice lo scrittore campano a Salvini, ad andare nel cuore dell’Aspromonte. “La prima parola che dovrà pronunciare è: ‘Scusatemi’. Chieda scusa, ministro, in nome di un partito che ha governato nei territori settentrionali maggiormente infiltrati dalle mafie senza mai chiudere le porte al potere criminale nel Nord Italia”, scrive Saviano sulle pagine di Repubblica.
“Lo faccia per tutti gli anni in cui il suo partito ha negato l’esistenza delle mafie al Nord, credendo fosse un fenomeno nato da terroni corrotti e incivili, circoscritto all’arretrato Meridione”, continua Saviano.
Per anni, Salvini e la Lega, a detta di Saviano, hanno perpetrato un errore enorme: quello di colpevolizzare il Sud, indistintamente, isolando così di fatto “la parte sana che era la parte maggiore, rendendo difficilissimo riconoscere il problema”.
“E mentre vi esibivate in un profluvio di accuse e insulti verso i ‘terroni tutti mafiosi’, marchiati come portatori di corruzione e sperperatori di denaro pubblico, distoglievate l’attenzione dalla vera questione mafiosa che era tutta di natura economica e ben lontana dal Sud”, continua lo scrittore.
Dunque è arrivato il momento di chiedere scusa “per aver criminalizzato tutti i meridionali per anni, mentre l’imprenditoria settentrionale stringeva accordi con imprese controllate da ‘ndrangheta, camorra e cosa nostra. La vostra incompetenza non vi faceva vedere che i soldi delle mafie meridionali andavano in soccorso delle imprese del Nord”.
Mentre la Lega chiedeva il secessionismo, i giovani dal Sud si spostavano al Nord per studiare e lavorare. Nel frattempo, lo faceva anche la ‘ndrangheta. Tanto che a un certo punto anche gli ‘ndranghetisti, così radicati e forti in Lombardia, chiedevano una secessione dalla casa madre di San Luca.
“Tutto questo lo ignora, come ignora la maggior parte di ciò di cui parla apprendendolo per sentito dire, lo stesso metodo approssimativo lo usa sulle mafie”, continua l’accusa dello scrittore.
Per anni la Lega ha portato avanti la battaglia contro il soggiorno obbligato dei mafiosi al nord, quando le infiltrazioni sono da attribuirsi all’interlocuzione politica e imprenditoriale, terreno fertile indispensabile per l’attecchimento delle mafie.
“La Lega faceva affari con quelli che considerava ‘invasori’ e dietro al grido di ‘Roma ladrona’ faceva sparire 49 milioni di rimborsi elettorali. 49 milioni di soldi pubblici. Come sono stati spesi? Segua le condanne e le inchieste giudiziarie, la Lega quei soldi li ha riciclati grazie alla mediazione di Romolo Girardelli, uomo della cosca De Stefano di Reggio Calabria, i soldi sono finiti in paradisi fiscali a Cipro e in Tanzania”, attacca ancora Saviano.
Poi il cambio di rotta della Lega di Salvini, che capisce, come spiega lo scrittore, che “quei meridionali ladri e mafiosi che insultavate sono tornati utili perché con i voti del solo Nord non si può governare tutto il Paese”.
Disorientamento negli elettori sì, ma solo fin quando il vecchio nemico – i meridionali, appunto – è stato sostituito da uno nuovo: gli immigrati.
“La retorica de ‘la mafia mi fa schifo’ urlata sui social e a ogni visita al Sud non serve proprio a nulla, se non è accompagnata da competenza e azioni concrete”, aggiunge Saviano.
È l’interlocuzione con la politica quello di cui le mafie si servono per allargare il loro potere sul territorio. “I fili che legano ‘ndrangheta e Lega sono molteplici e non si identificano solo nelle sentenze di condanna”, scrive l’autore di Gomorra.
Saviano snocciola nomi e indagini aperte che toccano, anche se non direttamente, la Lega. “Non vede una vicinanza di luoghi e persone che spaventa e che fa capire quanto la mafia sia presente in Brianza – continua Saviano – uno dei territori che per anni ha millantato di essere immune dal fenomeno mafioso e da decenni è gestito dalla Lega?”.
“È la Brianza che negli ultimi 23 anni è stata interessata da 16 inchieste antimafia e la Lega non ha – se non con proclami – fatto da scudo al capitalismo criminale, anzi, in molti casi è stata complice. Sotto la gestione politica della Lega la Brianza è diventata una contea mafiosa. Chieda scusa anche di questo a Polsi”, aggiunge.
Poi l’appello: “Smetta di fare propaganda, ministro”, e ancora: “Vada Salvini e chieda scusa per tutto quello che la Lega continua a non fare”. Poi il consiglio di passare anche a Riace, dove il sindaco ha fatto dell’accoglienza un modo per rilanciare il territorio.
“Forse, per chi ci crede, la Madonna della Montagna potrà fare il miracolo e farle cambiare passo conoscendo de visu queste realtà. Da parte nostra può stare sereno, le promettiamo che non le daremo pace. Smonteremo ogni sua propaganda, menzogna dopo menzogna, fake news dopo fake news. Ci saremo, sempre”, conclude Saviano.