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Home » News

Lorella Cuccarini, Massimo Giletti e Monica Setta: il piano di Salvini per conquistare la Rai

Immagine di copertina

Le conferme sono arrivate anche stavolta. Come ha potuto apprendere TPI da fonti della Commissione vigilanza Rai è già scontro tra l’ad Fabrizio Salini e il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

A poche ore dal via libera al piano industriale il rischio è che il tanto decantato rinnovamento venga stoppato sul nascere.

Nel mirino, soprattutto, l’idea di Salini di dividere letteralmente in tre le direzioni di rete, con tanto di ristrutturazione completa dei canali Rai.

Salvini, al momento, punta a rallentare i lavori. Obiettivo: “Andare a dama dopo le elezioni, quando con ogni probabilità sarà la prima forza politica del Paese”, spiegano fonti della commissione Vigilanza a TPI, e “prendersi così tutta la Rai. Lasciando al Movimento 5 stelle le briciole”.

>>> Rai, arriva la tagliola sugli stipendi d’oro: nel mirino Fazio e Vespa

Il primo step, però, sarà messo in atto prima del voto europeo. E, anche qui, il piano è chiaro.

Prendersi l’intrattenimento della tv di stato. Perché Gennaro Sangiuliano al Tg2, Marco Ventura come portavoce di Marcello Foa (presidente Rai), e Casemiro Lieto a La Vita in Diretta sono solo l’antipasto.

I nomi sono pesanti e andrebbero a occupare i posti che contano per portare “la Lega” nelle case degli italiani.

Il primo sulla lista è quello Lorella Cuccarini. Il secondo: la giornalista Monica Setta. Il terzo, il più pesante: Massimo Giletti a combattere con Fabio Fazio.

Perché, è la convinzione di Salvini, Giletti vincerebbe la gara dell’audience con Fazio (visto anche il tipo di programma che gli sarebbe affidato, decisamente più “pop”).

E un simile risultato, con dalla parte del conduttore di Non è l’Arena uno stipendio nettamente più basso rispetto al suo rivale di Che tempo che fa, renderebbe più semplice per i vertici Rai sedersi al tavolo per puntare a rescindere il contratto con Fazio.

Un piano “diabolico”, raccontano dalla Commissione Vigilanza, ma che “sarebbe possibile visto il peso politico conquistato e, soprattutto, i modi con i quali questo è ormai esercitato quotidianamente. Anche in Rai”.

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