Salvini a processo per vilipendio per aver insultato i magistrati nel 2016
Salvini aveva pronunciato, nel febbraio 2016 durante un comizio a Collegno, frasi offensive contro la magistratura italiana
Il leader della Lega Matteo Salvini sarà processato a Torino prima dell’estate del 2019 con l’accusa di vilipendio all’ordine giudiziario.
Salvini aveva pronunciato, nel febbraio 2016 durante un comizio a Collegno, frasi offensive contro la magistratura italiana.
Il pm titolare dell’inchiesta è Emilio Gatti, che ha ottenuto dal tribunale una data per l’udienza preliminare: il processo inizierà prima dell’estate, mentre adesso si attende la firma del decreto per la citazione diretta in giudizio di Salvini da parte del pubblico ministero. La causa penale potrebbe chiudersi con una multa fino a 5mila euro.
Il procuratore Francesco Saluzzo ha accolto la richiesta di riesaminare il fascicolo, ha respinto la richiesta dei difensori e dato il suo via libera all’avvio del processo per vilipendio della magistratura.
Si tratta di un reato contro la personalità dello Stato per il quale il ministro Alfonso Bonafede, a ottobre, ha già accordato il via libera.
“Qualcuno usa gli stronzi che male amministrano la giustizia. Difenderò qualunque leghista indagato da quella schifezza che si chiama magistratura italiana che è un cancro da estirpare”. Sono queste le parole pronunciate da Matteo Salvini il 14 febbraio 2016 e per le quali dovrà rispondere davanti ai giudici.
A mettere sotto accusa il leader della Lega è stato Armando Spataro. L’autorizzazione a procedere contro Salvini da parte del ministro della Giustizia è giunta solo dopo diversi mesi.
La notizia arriva lo stesso giorno in cui si riunisce la Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato per decidere sul caso Diciotti.
La Giunta, guidata da Maurizio Gasparri, deve decidere se concedere o meno l’autorizzazione a procedere in giudizio al tribunale dei Ministri di Catania.
I senatori della Giunta dovranno valutare ed esprimersi, se, nell’agosto 2018, la decisione di Salvini di tenere i migranti bloccati a bordo della nave Diciotti sia stata dettata dalla tutela di un “interesse dello Stato costituzionalmente rilevante”.