Salvini va dai gatti mentre il Pd lo aspetta in Parlamento per riferire sui fondi russi alla Lega
Salvini va dai gatti e il Pd lo attende in Parlamento per il Russiagate
“Felice di aver passato la mia mattinata al gattile del Verano a Roma, una splendida realtà che ospita centinaia di amici a quattro zampe. Con oggi parte l’iniziativa finanziata dal Ministero dell’Interno per beccare canili e gattili che non rispettano le norme, per segnalare abbandoni e maltrattamenti e per aiutare le associazioni che meritano di essere aiutate”.
Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha raccontato della sua mattinata trascorsa al Verano giovedì 18 luglio, dove ha presentato il finanziamento a tutte le strutture in Italia che ospitano cani e gatti. Un milione di euro la cifra messa a disposizione delle 785 strutture.
L’agenzia Dire fa i conti e sulla base dei gatti ospitati da strutture come quella del Verano, che ospita 100 gatti, “i 1.300 euro l’anno che riceverà si trasformeranno in tre centesimi al giorno per gatto, più o meno 3 croccantini a testa”.
Ma la visita ai gatti proprio non è piaciuta a chi invece come il Pd, aspettava Salvini per riferire in parlamento sul caso del Russiagate.
“Il ministro invece di venire in Parlamento per rispondere del ‘Russiagate’ preferisce andare dai gatti”, lamentano dal partito di sinistra. Per quanto riguarda lo scontro tra Lega e M5S, che continua, toccherà al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, mercoledì 24 luglio al Senato rispondere alle interrogazioni su politica estera e sicurezza nazionale.
Il Partito democratico ha attaccato duramente sulla vicenda dell’incontro a Mosca tra Gianluca Savoini, collaboratore di Matteo Salvini, ed emissari del Governo russo per parlare di possibili finanziamenti alla Lega [qui la ricostruzione completa]. Nicola Zingaretti, segretario del Pd, con un post su Facebook ha avvertito che il suo partito non ha alcuna intenzione di lasciare che sulla vicenda si spengano i riflettori.
“Sulla vicenda Salvini-Russia non molliamo e porteremo avanti una battaglia per la verità senza permettere nessun insabbiamento su chi ha giocato con la credibilità delle istituzioni e con le alleanze internazionali dell’Italia”, ha scritto il leader dei democratici. L’obiettivo dichiarato è quello di portare Salvini andare a riferire davanti al Parlamento. “Vorremmo avere chiarimenti dal governo nel più breve tempo possibile dal governo su fatti gravissimi”, ha aggiunto Zingaretti.
Salvini, da parte sua, ha però più volte ribadito di non voler riferire in Aula sul caso: “Non parlo di soldi che non ho mai visto né chiesto”, continua a sostenere il leader della Lega.
Conte scriverà anche al suo vice Salvini per, ancora una volta, spingerlo a riferire al più presto in Parlamento. Ma per il momento il leader della Lega non cede: “Parlo di cose vere non di fantasie”, ha tagliato corto rispondendo ad una domanda sulla richiesta di Conte.
Mentre la Procura di Milano indaga per corruzione internazionale, ieri è emersa l’identità del terzo uomo italiano che avrebbe partecipato all’incontro all’hotel Metropol di Mosca tra Savoini e gli emissari del Cremlino. Si tratta di Francesco Vannucci, collaboratore dell’avvocato Gianluca Meranda, già dichiaratosi come “secondo uomo”.