Salvini è stato denunciato per istigazione all’odio razziale da un gruppo di cittadini di Treviso
Contestate alcune frasi del ministro, tra cui la famosa "per gli immigrati clandestini è finita la pacchia"
Venerdì 24 agosto 2018, nel pieno del caso Diciotti, un gruppo di cinque cittadini trevigiani ha depositato una denuncia nei confronti del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per “istigazione all’odio razziale”, aggravato dalla posizione di ministro della Repubblica.
La querela parte dalla famosa dichiarazione di Salvini, secondo cui con la Lega al governo per gli immigrati clandestini “è finita la pacchia”.
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Tra i cinque che hanno denunciato il ministro ci sono Said Chaibi, ex consigliere comunale di maggioranza durante il mandato del sindaco Manildo (Pd) , e Renato Zanivan, ex segretario cittadino di Sel.
Salvini pronunciò la frase incriminata a giugno, all’indomani della sua nomina a responsabile del Viminale, durante un comizio a Vicenza.
Nella denuncia sono citate anche altre espressioni usate dal leader leghista, tra cui “Gli immigrati che campeggiano qui a pranzo e cena sono evidentemente troppi”, “Preparatevi a fare le valigie, in maniera educata e tranquilla, ma se ne devono andare”, “Gli immigrati hanno mangiato abbondantemente alle spalle degli altri per troppo tempo”, “una ricognizione sui rom in Italia per vedere chi, come, quanti rifacendo quello che fu definito il censimento, facciamo un’anagrafe” e “I rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa”.
Secondo i querelanti, il ministro avrebbe rilasciato dichiarazioni “di contenuto discriminatorio e razziale” definendo “in modo palesemente diffamatorio la condizione dei richiedenti asilo che raggiungono l’Italia” e “promuovendo l’ostilità dei cittadini italiani nei confronti di tali persone”.
Si legge poi nella denuncia che, anche a seguito della proposta di “effettuare un censimento su base etnica dei “rom”, il ministro ha istigato, fomentato, promosso e incoraggiato la denigrazione, l’odio e la discriminazione nei confronti della minoranza “rom” in Italia”, violando così la legga Mancino che punisce chi commette propaganda o istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa.
Il gruppo è seguito dall’avvocato Chiara Boschetti.