Salviamo la cucina italiana
I bambini italiani mangiano ormai lo stesso cibo-spazzatura dei bambini americani. Si tratta della morte della cucina italiana?
Jeannie Marshall è arrivata in Italia pensando che gli italiani fossero più esigenti degli americani riguardo al cibo e alle bevande che mettono in tavola, ma ha dovuto ricredersi quando ha visto una donna versare della Coca-Cola nel biberon del suo bambino, che non sapeva ancora camminare.
“Posso solo immaginare che lei non avesse idea del perché non dovrebbe dare una bibita piena di caffeina e zucchero a un bambino”, ha scritto Jeannie in un articolo pubblicato dalla rivista statunitense Slate.
Jeannie si meraviglia della nonchalance con cui le famiglie italiane arrivano in spiaggia trascinando bottiglie giganti di bevande gassate, un’immagine che le ricorda dell’innocenza con cui gli americani bevevano litri di Coca-Cola negli anni ’70. “In Nord America tutti parlano del legame tra bibite zuccherate e obesità, ma non si sente parlare di questo in Europa”, racconta Jeannie. Eppure il problema riguarda anche l’Italia, dal momento che nel nostro Paese il tasso di obesità infantile negli ultimi anni è cresciuto e adesso comprende un bambino su tre.
Nel 2010 la catena di fast-food Mc Donalds ha lanciato il controverso hamburger Mc Italy, con crema di carciofi e asiago tutti italiani, presentandolo come parte della grande tradizione gastronomica italiana e ottenendo l’appoggio del ministero dell’agricoltura. In quell’occasione il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini ha denunciato l’accaduto, sostenendo che il tentativo di introdurre nei sapori italiani in un “assaggio” della globalizzazione non promuove le tradizioni alimentari italiane, ma al contrario standardizza e omogeneizza il gusto.
“I Paesi europei hanno storie di culture alimentari incredibilmente diverse, ma i bambini stanno mangiando gli stessi cibi industriali e soffrendo i medesimi problemi degli altri Paesi”, denuncia Jeannie, “Per gli italiani, la soluzione è tutto intorno a loro nella frutta e nella verdura che sono così abbondantemente coltivati nel loro Paese. E le ricette tradizionali sono così attraenti che sembra un peccato non attingere a esse, piuttosto che ai prodotti alimentari preconfezionati e agli hamburger, per costituire le basi di una nuova gastronomia italiana”.
Del cibo tradizionale italiano ha parlato recentemente anche il network statunitense Cnn, che ha pubblicato una guida sui piatti tipici delle regioni italiane.
“L’Italia è un paese giovane – ha celebrato il suo 150 ° anniversario solo nel 2011”, ha scritto Donald Strachan per la Cnn, “Nonostante il successo nell’esportazione della cucina italiana, l’idea di una cucina unitaria è qualcosa che molti italiani rifiutano. Invece ci sono piatti regionali, a volte con gusti talmente diversi da far pensare che ci si trova in Paesi diversi”.
Tortellini emiliani con i fiori d’acacia, risotto alla milanese, pasta con le sarde siciliane e strudel trentino: ripercorrendo i piatti regionali è facile rivivere la storia e le tradizioni diverse delle 20 regioni italiane, mettendo in luce le piccole differenze e peculiarità che una cultura alimentare sempre più standardizzata rischia di far scomparire.