Salici colmi di cetre
L’esodo dei popoli oppressi dallo straniero attraverso il silenzio eloquente dell’arte
Nonostante ormai siano passati in sordina nei media, continuano i flussi di centinaia di migliaia di persone verso l’Europa. Flusso che oggi possiamo definire un esodo.
Esodo è un termine di reminiscenza biblica e che porta con sé tutta la tragedia di un popolo in fuga perché costretto a essere straniero nella propria terra.
Il tema è anche presente nel Salmo 137, noto soprattutto per l’influsso che ebbe nella genesi di un altro importante canto del popolo straniero in patria: il Va’ pensiero di Verdi, composto nel 1842.
Il librettista Temistocle Solera aveva evidentemente tratto ispirazione dal comune sentire degli italiani al tempo; quel sentimento giunto anche alle intime corde del Manzoni, che nello stesso anno portava a termine l’ultima edizione dei suoi Promessi sposi.
Il “vero per soggetto” manzoniano era infatti la storia vera, di un’Italia afflitta dai soprusi del potere locale che faceva le veci del centrale Impero austriaco. Gli eventi del primo romanzo italiano sono però, come è risaputo, contestualizzati in un’epoca precedente, perché -riprendendo il Salmo- non era possibile cantare con le cetre appese ai salici.
« Sui fiumi di Babilonia, là sedevamo piangendo al ricordo di Sion. Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre. » (Salmo 137, 1 – 2)
Un’immagine feconda che recupererà anche Salvatore Quasimodo. Nella poesia Alle fronde dei salici, il poeta rinnova anche “il piede straniero sopra il cuore” che denuncia lo stesso stato di impotenza del poeta in una patria occupata, allora dai Nazisti, e avvertita come straniera.
E numerosi sono gli artisti tra quelle migliaia di persone che oggi sono costrette ad abbandonare i propri Paesi. Artisti votati alla scelta di appendere le loro cetre. È il caso di numerosi cantanti del panorama rap mediorientale, di poeti, di pittori, i quali hanno deciso di abbandonare la loro arte per riprenderla soltanto quando una nuova terra potrà offrire possibilità diverse.
* a cura di Marco Miglionico, Lettere Antiche
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