“Hacker russi hanno attaccato la Farnesina”, Mosca smentisce
A rivelarlo è il quotidiano The Guardian, l'hackeraggio avrebbe colpito le email dei dipendenti per quattro mesi nel 2016. Fonti del ministero: dati sensibili al sicuro
La Russia è coinvolta in un attacco informatico contro il ministero degli Esteri italiano che ha compromesso le comunicazioni email, un hackeraggio scoperto solo dopo diversi mesi. A rivelarlo è il quotidiano britannico The Guardian venerdì 10 febbraio 2017.
Il giornale cita un funzionario del governo e sostiene che l’attacco, iniziato primavera scorsa è durato oltre quattro mesi ma non ha scardinato il sistema di codifica utilizzato per le informazioni secretate, né ha coinvolto l’allora titolare del dicastero Paolo Gentiloni il quale ha evitato di usare l’email durante il suo mandato ministeriale. Tuttavia i rapporti dei funzionari dislocati all’estero, inclusi membri del corpo diplomatico, sono stati colpiti dal malware.
L’attacco hacker alla Farnesina nel 2016 riportato dal Guardian “è una vicenda di cui si è già a conoscenza”, ha detto all’agenzia Ansa una fonte vicina alla Farnesina, sottolineando che “a seguito del primo attacco c’è stato subito un primo intervento di rafforzamento. Ma è bene precisare ancora una volta che non si è trattato di attacchi al sistema informatico criptato attraverso il quale si veicolano le informazioni più rilevanti e delicate bensì al sistema di gestione delle email del personale della Farnesina e delle Ambasciate”.
Dopo la diffusione della notizia pubblicata dal Guardian, è intervenuto il ministero degli esteri russo attraverso la portavoce Maria Zakharova. “Non ci sono fatti che provano queste affermazioni”, ha detto Zakharova, precisando che “la parte italiana può contattare direttamente i colleghi russi”.
Nel riporatere la notizia il Guardian cita alcuni funzionazi italiani. Uno di loro non ha confermato il coinvolgimento di Mosca, ma altre due persone, che sarebbero al corrente dell’attacco informatico, hanno rivelato al quotidiano britannico che lo stato italiano sospetta che il mandatario sia proprio il Cremlino, e che il procuratore capo di Roma ha aperto un’inchiesta.
Altri membri della Nato, inclusi Stati Uniti, Francia, Germania, Paesi Bassi e Bulgaria temono di essere stati oggetti di attacchi cibernetici da parte della Russia. Per quanto riguarda l’Italia, a gennaio sono stati arrestati Giulio e Francesca Maria Occhionero, accusati di aver hackerato decine di migliaia di account email, inclusi quelli di figure politiche di primo piano, tra cui l’ex premier Renzi.
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