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Home » News

Ruby bis: pene ridotte per Emilio Fede e Nicole Minetti

Immagine di copertina
Emilio Fede e Nicole Minetti

La sentenza del secondo processo d'appello bis sul caso di Karima El Marough, detta Ruby

Emilio Fede condannato a 4 anni e 7 mesi, Minetti a 2 anni e 10 mesi. Questo il verdetto del secondo processo d’appello Ruby bis.

La sentenza è stata pronunciata oggi, lunedì 7 maggio 2018, dalla corte d’appello di Milano.

Le pene sono ridotte rispetto alle richieste avanzate dal procuratore generale Daniela Meliota, che aveva proposto la conferma del precedente processo di secondo grado, annullato con rinvio dalla Cassazione nel novembre del 2014.

In quella sede Fede era stato condannato a 4 anni e 10 mesi e Nicole Minetti a 3 anni.

Secondo la Cassazione nelle motivazioni i giudici non avevano spiegato “in concreto” le condotte contestate agli imputati nonostante la “meticolosità” con la quale si erano soffermati sui concetti generali in tema di prostituzione, induzione e favoreggiamento”.

Il processo Ruby

Il processo Ruby mirava ad accertare eventuali responsabilità penali per ciò che accadde la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010.

Quella notte la minorenne Karima El Marough, detta Ruby, viene fermata dalla polizia per furto.

A quel punto la prostituta brasiliana Michelle Conceicao, che ospita a casa propria Ruby, telefona all’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per avvertirlo.

Berlusconi poco dopo telefona a Pietro Ostuni, capo di gabinetto della questura di Milano.

L’allora premier spiega a Ostuni che la giovane in stato di fermo è la nipote del presidente egiziano Mubarak e che, per evitare un incidente diplomatico, sarebbe arrivata la consigliera regionale Minetti per prenderla in custodia.

La Minetti prende con sé Ruby, nonostante il pm dei minori Annamaria Fiorillo abbia disposto il suo collocamento in una comunità.

Successive indagini appurano che Karima El Marough non è affatto la nipote del presidente egiziano e ipotizzano un presunto giro di prostituzione, di cui appunto Ruby farebbe parte.

Le indagini portano alla ribalta le famose serate del “bunga bunga”, festini a luci rosse nella residenza di Berlusconi ad Arcore, in cui alcune donne avrebbero elargito prestazioni sessuali all’allora premier e ai suoi ospiti.

Il 21 dicembre 2010 Berlusconi viene iscritto al Registro degli indagati dalla Procura di Milano per concussione finalizzata a occultare il più grave reato di prostituzione minorile.

Il 15 febbraio 2011 l’ex premier viene rinviato a giudizio con rito immediato.

Il 24 giugno 2013 viene condannato in primo grado a sette anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

In appello la sentenza è ribaltata: il 18 luglio 2014 Berlusconi è assolto con formula piena perché, per quanto riguarda l’accusa di concussione, “il fatto non sussiste” e perché, in riferimento all’accusa di prostituzione minorile, “il fatto non costituisce reato”.

L’assoluzione è confermata il 10 marzo 2015, quando la Cassazione conferma l’assoluzione di Berlusconi.

Ruby ter

Il primo passo che porterà al processo Ruby ter inizia il 17 febbraio 2015, quando gli inquirenti fanno una perquisizione nelle case delle donne che erano state ospiti di Berlusconi.

Secondo l’accusa, queste donne ricevevano mensilmente dall’allora premier  2.500 euro al mese per tacere su quanto accaduto durante le notti del bunga bunga.

Si ipotizza dunque il reato di corruzione di testimoni del processo Ruby.

Il 30 giugno 2015 la Procura di Milano notifica l’avviso di fine indagini a Berlusconi e ad altri 33 indagati, con l’accusa di aver versato fino a marzo circa 10 milioni di euro per pagare il silenzio delle ragazze coinvolte.

Il processo, a causa di incompetenze territoriali e altre contestazioni da parte della difesa, slitta diverse volte.

Il 29 aprile 2016 il giudice dell’udienza preliminare Laura Marchiondelli dispone, per ragioni di incompetenza territoriale, lo stralcio delle posizioni di alcuni indagati.

Il 26 gennaio 2017 Berlusconi viene nuovamente iscritto nel registro degli indagati da parte della Procura di Milano con l’accusa di corruzione in atti giudiziari nell’ambito dell’inchiesta sulle notti del bunga bunga.

Secondo l’accusa avrebbe continuato a pagare le ragazze sino al novembre 2016.

Da queste indagini partono due processi paralleli, i quali il 7 maggio sembra che vadano verso una unificazione.

Il presidente del Tribunale di Milano Roberto Bichi deciderà quale delle due sezioni disporrà la riunione.

Il procedimento è stato rinviato al 28 maggio 2018.

Il procedimento avverrà nell’aula bunker di piazza Filangieri.

All’istanza di riunificazione avanzata dal pm Luca Gaglio nessuna difesa si è opposta.

Ruby bis

Il processo Ruby bis vede imputati Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora.

Per tutti e tre l’accusa è di favoreggiamento della prostituzione.

La sentenza di primo grado ha comminato a Emilio Fede e a Nicole Minetti pene rispettivamente a 4 anni e 10 mesi e 3 anni.

Le stesse pene sono state inflitte nel precedente processo di secondo grado, il quale è stato annullato con rinvio dalla Cassazione nel novembre del 2014.

Emilio Fede, ex direttore del Tg4, è sotto processo con l’accusa di aver fatto prostituire le ragazze “per mantenere la sua posizione di direttore del Tg4 e l’autorevolezza e i guadagni che ne derivavano”.

Nicole Minetti, al tempo dei fatti Consigliere regionale della Regione Lombardia nel partito di Berlusconi avrebbe avuto un ruolo attivo nella gestione delle ragazze da portare all’allora Presidente del Consiglio.

A Lele Mora, l’unico a rinunciare al ricorso in appello, è stata riconosciuta la continuazione con la pena a quattro anni e tre mesi già patteggiata in un altro processo per bancarotta, arrivando complessivamente a sei anni e un mese di reclusione.

 

 

 

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