“I gay mi fanno schifo”: la frase shock del candidato di Fratelli d’Italia a Rovigo
Anche gli alleati del centrodestra hanno preso le distanze
Rovigo, frase shock del candidato di Fratelli d’Italia: “I gay mi fanno schifo”
È riuscito addirittura a farsi sconfessare dal partito con cui era candidato al Consiglio comunale per l’enormità che ha scritto: Camillo Bordin è stato un candidato per il partito Fratelli d’Italia alle ultime elezioni comunali di Rovigo e dall’alto del suo enorme risultato (35 voti di preferenza, roba da elezioni condominiali) ha pensato bene di dare lezioni di scienza e di vita tramite il suo profilo Facebook. “Cosa avranno mangiato i nostri ragazzi negli ultimi 30 anni per essersi ridotti con una presenza di omosessuali da paura”, ha scritto Bordin che, non contento della sua omofobia, ha anche rincarato la dose: “So che non li sopporto, mi fanno schifo”, scrive. “Ne conosco uno che ha lasciato moglie e figlio per andare a vivere nell’appartamento adiacente con un ragazzo giovanissimo” e poi “Mi fanno schifo, vanno rieducati”.
Ovviamente (e per fortuna) sono insorti gli avversari politici. La presidente del Consiglio comunale Nadia Romeo, del Partito democratico, ha dichiarato senza mezzi termini: “Spero che il partito abbia preso le distanze e che valuti con attenzione come comportarsi con questa persona, visto che era candidato. Sono affermazioni gravissime che ci riportano indietro nel tempo. Oggi per fortuna abbiamo un maggiore livello di civiltà e consapevolezza rispetto al passato e queste offese gratuite non possono essere in alcun modo tollerate. Menomale che non è stato eletto, per fortuna la gente ha già fatto la sua scelta lasciandolo fuori dal consesso del capoluogo. Ma queste affermazioni non possono passare inosservate anche gli occhi del suo partito”.
Bordin, però, è riuscito a scatenare anche l’ira del centrodestra. Addirittura la Lega, con la consigliera Valentina Noce, ha dichiarato che le affermazioni di Bordin sono “inaccettabili e del tutto irragionevoli che denotano la povertà di una cultura del rispetto”. “Ricordiamo che ogni forma di discriminazione e di violenza lede gravemente i diritti umani e ribadiamo la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea contro ‘ogni forma di discriminazione inerente all’orientamento sessuale o alla identità di genere’” e anche il segretario di Fratelli d’Italia Daniele Cordone ha detto di essere “mortificato”, ha sottolineato la leghista. “Noi siamo per la famiglia naturale ma non offendiamo nessuno. Siamo tutti uguali e tutti meritano rispetto”.
Finita qui? No. Per niente. Perché, mentre si infiammava la polemica a Rovigo, il vicepresidente del Consiglio comunale di Vercelli, Giuseppe Cannata (sempre di Fratelli d’Italia, ovviamente), ha scritto sul proprio profilo: “Ammazzateli tutti ste lesbiche, gay e pedofili”. Cannata, tra l’altro, è anche membro dell’Ordine provinciale dei medici e odontoiatri e quindi si presume che possa avere qualche cultura scientifica superiore. E invece niente. Giorgia Meloni ne ha preso prontamente le distanze. Ma intanto l’odio scorre, continua a scorrere.