Sergio Romagnoli, M5S: “Dopo un tumore al cervello e 5 mesi paralizzato sono diventato senatore. Non capisco la scelta di Dall’Osso”
Anche a causa della sua storia personale, Romagnoli si è detto spesso attento al tema della disabilità. E ora che il collega di partito Matteo Dall’Osso ha lasciato il M5S perché lo accusa di scarso impegno e sensibilità, lui commenta: “Mi sembra strano”
Già consigliere del M5S nel comune di Fabriano, nelle Marche, Sergio Romagnoli si impegna con il Movimento fin dai suoi esordi. Due anni fa però la sua vita cambia: viene operato per un tumore al cervello.
Solo dopo 22 giorni in coma farmacologico e 5 mesi e mezzo paralizzato a letto, torna a camminare e decide di aumentare il suo impegno in politica. Si è candidato alle elezioni del 2018 ed è stato il più votato della regione, ottenendo un seggio in Senato.
Romagnoli, lei si è detto spesso attento al tema della disabilità, anche per motivi legati alla sua storia personale. Matteo Dall’Osso, deputato malato di Sla, se ne è appena andato dal Movimento dopo la bocciatura di un emendamento che potenziava il fondo per disabili. Inoltre, Dall’Osso ha sostenuto di aver trovato in Forza Italia più attenzione rispetto ai temi della disabilità che nel Movimento Cinque Stelle.
Io non condivido questa sua scelta. È stato strano per me venirlo a sapere, però se lui ha preso questa decisione è libero di fare quello che vuole. Non la condivido perché io ho trovato un ambiente incredibile, a mio favore, con persone che mi hanno aiutato, che mi sono state accanto.
Dai leader del Movimento fino alle persone più vicine a me. Mi sembra strano quello che ha fatto Matteo, mi lascia perplesso.
Ma a parte il punto di vista personale, a livello politico pensa che il M5S si stia impegnando abbastanza?
Stiamo facendo molte leggi, stiamo lavorando molto. Però dopo cinque o sei mesi è impensabile che uno possa inserire in una legge di bilancio tutte le richieste che ha in mente. Io non ho letto gli emendamenti di Dall’Osso.
Ma in una legge dove vuoi fare cose importantissime come la legge di cittadinanza, la quota 100, il rimborso dei soldi per i truffati dalle banche non puoi inserire tutto quanto. La foga di voler inserire qualcosa per forza non ce l’ha solo Matteo, ce l’hanno in molti.
Ma bisogna capire come stanno le cose. Io per primo non ho fatto proposte o emendamenti alla legge di bilancio perché so che non è fattibile.
Qualche esempio di legge? Qualcosa che il Movimento vuole fare in futuro, in concreto.
Io personalmente ho partecipato con la commissione Lavoro alla proposta di legge sui caregiver che sta andando avanti. Se passa, tutte le persone che aiutano i disabili a casa saranno coperte anche dal punto di vista fiscale.
Abbiamo fatto proposte anche per gli OSS (operatori sociosanitari, ndr), per inserirli tra le categorie di lavoro usuranti. C’è la massima disponibilità nel realizzare queste cose.
E allora perché Dall’Osso ha deciso di andar via?
Non capisco. Non lo critico ma mi è sembrato strano. Oso pensare che qualcuno c’abbia giocato sopra e abbia promesso delle cose per creare questa situazione. Sono passaggi che creano il caso mediatico.
Per quanto riguarda la sua storia personale, cosa l’ha segnata di più della malattia?
Gli oltre cinque mesi paralizzato a letto, in cui però ero cosciente e sentivo tutto. Più volte ho sentito il dottore dire: “Chiamate il figlio perché non c’è più nulla da fare, tra due giorni se ne va”. Quando mi sono ripreso ero in sedia a rotelle e all’inizio non pensavo di partecipare alle elezioni politiche.
Mio figlio mi ha spronato e ho deciso di provarci. Ora cammino con il bastone e sto cercando di recuperare quello che avevo prima. Mi rendo conto di essere stato fortunato e quindi ora mi sto impegnando anche per questo.
È soddisfatto quindi di aver preso questa decisione e di come stanno andando le cose al governo?
Si lo sono. Siamo al governo forzatamente con un altro partito. Ma la trovata del contratto è stata ottima e andiamo avanti con quello.
A proposito del programma, come viene affrontata la questione disabilità?
Devo essere sincero, sono punti toccati in maniera non del tutto approfondita. Non c’è uno sviluppo del programma disabilità che lascia spazio per fare chissà cosa. Ma abbiamo il ministro della Disabilità.
E nelle commissioni Sanità e Lavoro si tiene sempre in conto il tema, portando avanti molte cose.
La disponibilità di cui parla, l’ha vista sia nel M5S che nella Lega?
Si si assolutamente.