Rita Dalla Chiesa contro Salvini: “Tolta la scorta al Capitano Ultimo, ma Saviano ce l’ha ancora”
La conduttrice tv, figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ha chiesto al ministro dell'Interno se è al corrente del provvedimento di revoca
Dal 3 settembre 2018 il colonnello Sergio De Caprio, meglio noto come Capitano Ultimo, non sarà più protetto dalla scorta di Stato.
La notizia è stata diffusa dalla conduttrice televisiva Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia nel 1982.
Dalla Chiesa in un post su Facebook si rivolge al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, chiedendo se sia al corrente della revoca della scorta, che definisce “aberrante”, e protestando perché per lo scrittore Roberto Saviano la misura di protezione è invece ancora prevista.
“Il 3 settembre venne anche ucciso mio padre”, scrive la conduttrice.
Dalla Chiesa ha pubblicato sul suo profilo social una foto del provvedimento di dismissione della scorta per il Capitano Ultimo, ufficiale dei Carabinieri noto soprattutto per aver arrestato il superboss di Cosa Nostra, Totò Riina, nel 1993.
Nel documento si legge che la revoca su proposta del Coordinamento delle forze di polizia, dopo la riunione del 31 luglio 2018.
“In questo foglio c’è’ scritto che, dal 3 settembre, verrà tolta la scorta al Capitano Ultimo. A colui che arrestò Toto’ Riina. Il 3 settembre venne anche ucciso mio padre. Ministro Matteo Salvini lei sa di questa aberrante decisione? La scorta a Saviano sì, e a Capitano Ultimo no?”, recita il post di Rita Dalla Chiesa.
A giugno, poco dopo essere stato nominato ministro dell’Interno, Salvini si era espresso sulla possibilità di togliere la scorta a Saviano.
“Saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio, anche perché mi pare che passi molto tempo all’estero”, aveva commentato ospite del programma tv Agorà su Raitre. “Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani. Gli mando un bacione”.
In risposta, Saviano aveva definito Salvini come il “ministro della malavita”.
“Vivere sotto scorta è una tragedia e l’Italia è il Paese occidentale con più giornalisti sotto scorta perché ha le organizzazioni criminali più potenti e pericolose del mondo”, aveva sottolineato lo scrittore. “Eppure, nonostante questo, invece di liberare dai rischi i giornalisti sotto protezione, Matteo Salvini, ministro degli Interni, li minaccia”.
A sua volta, il ministro aveva controreplicato. “L’antimafia a parole è un conto, ma io preferisco sostenere chi la mafia la combatte nei fatti”, continua il ministro. “Io sto con l’antimafia nei fatti. Di quello che fa Saviano, della sua casa a New York, dei soldi non mi interessa”.