Risposta a Enzo Iacopino
Il Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti ci ha accusato. Ecco la nostra risposta
Presidente Iacopino,
quello che ha scritto nel Suo attacco alla Summer Post 2014 di The Post Internazionale è assolutamente falso. In primo luogo, non paghiamo nessuno degli ospiti della Summer Post.
Tutti gli ospiti che hanno aderito non solo non percepiranno un euro, ma lo faranno con l’entusiasmo e la dedizione che questa iniziativa merita. Quindi Lei è male informato o, peggio, non si è proprio informato, e questo è quanto meno grave visto il ruolo che ricopre.
In secondo luogo, diversamente da quanto da Lei riportato, non cerchiamo “schiavi” che lavorino gratis per noi — un’accusa piuttosto grave, ancor di più se falsa, come in questo caso.
Al contrario, offriamo l’opportunità a 15 aspiranti giornalisti di incontrare e imparare da alcuni tra i più importanti nomi del giornalismo italiano e internazionale, come ad esempio Eugenio Scalfari, Alexander Stille, Bill Emmott, Lucio Caracciolo, Daniele Mastrogiacomo, Deborah Ball, Pippo Corigliano, Enrico Mentana, Emily Bell, Gad Lerner, John Hooper e diversi professori della Columbia Journalism School, solo per citarne alcuni.
Per un’iniziativa di questo calibro, molto spesso si chiede ai partecipanti di pagare somme di denaro anche ingenti. Noi la offriamo gratuitamente. Né, tanto meno, illudiamo nessuno.
Il vero punto che sorprende è che un attacco simile venga proprio da Lei, il Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, da Colui cioè che dovrebbe promuovere il buon giornalismo in Italia. Da una figura come la Sua, ci si aspetterebbe – oltre alla dovuta precisione dei fatti, che in questo Suo exploit è del tutto assente – un incoraggiamento a chi ambisce a diventare giornalista.
È facile, oggi come oggi, fare leva su una questione su cui si trova facilmente consenso, come la retribuzione, ma mai come in questo caso questa c’entra poco o nulla. Piuttosto, sarebbe interessante conoscere quali alternative o quali garanzie, agevolazioni e opportunità Lei offre ai giornalisti che cercano di affacciarsi nel mondo del giornalismo italiano.
Nell’Ordine da Lei presieduto noi vediamo solo quella barocca e complicata burocrazia cui deve sottoporsi chi ambisce a iscriversi all’albo. Da Colui che ricopre il Suo incarico, non ci aspetteremmo accuse false, ma risposte concrete ai problemi con cui ci confrontiamo ogni giorno.
Ciò detto, permetta una considerazione finale. Se il rinnovamento del giornalismo italiano deve passare attraverso l’Ordine che Lei presiede, ho dubbi che i problemi di cui parla, compreso quello delle retribuzioni, possano essere risolti da chi, per primo, non si è informato sui fatti.
Francamente, mi è difficile vedere qualcosa di sbagliato nel voler darsi da fare, tentare di produrre buon giornalismo e dare opportunità a chi, come me, vuole imparare e farsi strada.
Noi tutti, lungi dall’essere eroi, portiamo avanti con molta umiltà un giornale online che ha saputo trovare spazio nel panorama giornalistico italiano.
Chi vorrà partecipare a questa nostra iniziativa – dove non esiste nè trova spazio la parola e tanto meno il concetto di “schiavitù” – potrà cogliere l’opportunità di imparare con workshop e panel da chi ha più esperienza; chi non lo vorrà, siamo sicuri saprà trovare ampio spazio, e retribuzioni cospicue, in testate più autorevoli e con maggiore margine di crescita e successo.
Presidente, da Lei, noi ci aspettiamo una critica costruttiva e fattiva, un esempio di onesta informazione e un obiettivo scambio di opinioni. Chi meglio del vertice dell’Ordine dei Giornalisti dovrebbe poterlo fare?
Lei invece, con questo suo attacco gratuito e per nulla costruttivo, interpreta in modo esemplare chi fa di tutto per fermare il progresso nel nostro Paese.
La invito a venire alla Summer Post 2014 di The Post Internazionale per verificare di persona non solo l’entusiasmo e la passione con le quali lavoriamo senza “schiavizzare” nessuno, ma anche quanto gli incontri della nostra iniziativa siano utili a formare i giornalisti italiani del futuro.
Qui il link al post di Enzo Iacopino.