Tassa di soggiorno, chiesto rinvio giudizio per il padre della fidanzata del premier Conte
Il 10 aprile il pubblico ministero Alberto Pioletti ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di peculato per Cesare Paladino amministratore unico della società che gestisce il Gran Hotel Plaza a Roma.
Il manager è il padre di Olivia, la fidanzata del premier Giuseppe Conte.
Paladino è accusato di aver trattenuto per sé la quota della tassa di soggiorno richiesta ai clienti, intascando così circa 2 milioni di euro che avrebbe invece dovuto versare nelle casse del Comune di Roma.
La polizia municipale, dietro richiesta della Procura, ha avviato i dovuti accertamenti un anno fa e le indagini hanno rivelato che Paladino non avrebbe versato per 5 anni consecutivi, dal 2014 al 2018, la tassa di soggiorno.
Il manager ha quindi violato il regolamento attuativo della delibera approvata dal Campidoglio il 29 luglio 2010.
Come detto, Paladino ha smesso di versare al Comune la tassa di soggiorno a partire dal 2014, anno in cui secondo la Procura avrebbe tenuto per sé una somma pari a 301 mila e 649 euro.
Nel 2015 non avrebbe invece versato 545 mila e 273 euro; 563 mila e 220 euro nel 2016; 549 mila e 353 euro nel 2017; 88 mila e 712 euro nel 2018. In totale Paladino avrebbe quindi sottratto alle casse del Comune di Roma 2 milioni e 47 mila 677 euro.
Paladino non è il solo a non aver versato la tassa di soggiorno al Campidoglio. Al centro dell’inchiesta vi sono anche altri 40 i proprietari e gestori di hotel e bed & breakfast: contro di loro è stata formulata l’accusa di peculato dato che nel riscuotere il tributo sono incaricati di un pubblico servizio.