Ricordando Palmiro Togliatti
Il 26 marzo 1893 nasceva a Genova lo storico leader comunista
Il 21 agosto 1964 moriva a Jalta, all’epoca nell’Unione Sovietica, lo storico leader del Partito Comunista Italiano (Pci) Palmiro Togliatti.
Nato a Genova il 26 marzo 1893, Togliatti fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia nel 1921, e nel 1927 diventò segretario del Pci, mantenendo la carica fino alla morte.
Durante il fascismo andò a vivere nell’Unione Sovietica, tornando in Italia nel 1943, in seguito all’armistizio di Cassibile. È in quell’anno che, con la “svolta di Salerno”, annunciò l’ingresso del PCI nel secondo governo Badoglio, governo di unità nazionale cui parteciparono anche ex esponenti del regime fascista.
Nel 1946 venne eletto all’Assemblea Costituente e nel 1948 il suo partito, presentandosi in una lista comune con i Socialisti, sarà duramente sconfitto dalla Democrazia Cristiana nelle prime elezioni politiche dell’Italia repubblicana.
Lo stesso anno, il 14 luglio, fu vittima di un attentato per mano dello studente Antonio Pallante, che per fortuna non lo uccise, ma portò il Paese nel caos. I disordini terminarono quando Togliatti invitò i militanti comunisti a “stare calmi”.
Dopo la sconfitta del 1948 e la morte di Stalin nel 1953, cercò, pur rimanendo sempre legato all’URSS, di creare una “via italiana al socialismo”, portando in questo modo il Pci a essere il principale partito comunista dell’Europa Occidentale.
Togliatti morì nel 1964 a Jalta, in Crimea, in seguito a un ictus. Ancora oggi è considerato uno dei principali riferimenti della sinistra italiana.