L’Università di Palermo accoglie il primo richiedente asilo: Cham si è iscritto a Scienze Umanistiche
Cham, richiedente asilo del Camerun arrivato dalla Libia in Sicilia, frequenterà l'Ateneo siciliano
A poche ore di distanza dall’annuncio del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha firmato i primi provvedimenti relativi all’assegnazione della residenza agli stranieri, disobbedendo al decreto sicurezza, dal capoluogo siciliano arriva un’altra storia di speranza e integrazione.
Njifon Mouhamed Chamwil, soprannominato Cham, richiedente asilo del Camerun arrivato dalla Libia in Sicilia, si è iscritto al corso di Lettere moderne, nella facoltà di Scienze umanistiche dell’Università di Palermo.
Secondo quanto riporta il quotidiano La Repubblica, si tratta di una caso unico in Italia (anche se alcuni progetti sperimentali erano stati lanciati dall’università di Trento o da quella di Bologna).
Normalmente le università non offrono questa possibilità a chi – come Cham – è titolare di un permesso di soggiorno temporaneo – che dura sei mesi e può essere rinnovato – in attesa che i giudici decidano se riconoscergli lo status di rifugiato.
Nei due anni in cui è stato in Italia, Cham ha imparato l’italiano alla perfezione, lavorando per un centro d’accoglienza come mediatore culturale. Ora si è iscritto all’università per coronare il sogno di una laurea.
L’Università di Palermo è la sola a essersi dotata di un regolamento per consentire a chi aspetta il riconoscimento dello status di rifugiato di iscriversi a un ciclo di studi, aggirando i paletti del decreto Salvini.
“Normalmente ai ragazzi titolari di un permesso di soggiorno temporaneo non è permesso iscriversi all’università”, ha dichiarato il rettore dell’Università di Palermo Fabrizio Micari. “Noi però abbiamo fatto un ragionamento un po’ diverso. Se loro in queste condizioni hanno la possibilità di lavorare, perché non possono studiare?”.
Cham conferma di avere intenzione di restare in Sicilia, se sarà possibile: “L’Italia e la Sicilia mi hanno offerto tante possibilità, tra cui anche questa iscrizione all’università. Se finisco questa formazione in qualche modo devo restituire quello che ho avuto”.