Cosa è successo il 6 maggio nel mondo
Un riassunto semplice e chiaro di quello che è successo oggi nel mondo
Regno Unito: Sadiq Khan, il candidato sindaco di Londra del partito laburista, figlio di immigrati pakistani, è il nuovo sindaco di Londra. Khan, quarantacinquenne avvocato per i diritti umani e deputato dal 2005, è il primo sindaco musulmano della capitale britannica. Il candidato laburista ha staccato il suo rivale, il conservatore Zac Goldsmith, di quasi dieci punti percentuali, ottenendo il 44 per cento delle preferenze, contro il 35 per cento di Goldsmith.
– Canada: il governo canadese ha inviato elicotteri e altri mezzi aerei per trasferire altri ottomila sfollati bloccati a causa dell’incendio che ha devastato migliaia di ettari di terreno intorno alla città canadese di Fort McMurray, nell’Alberta. Le fiamme hanno devastato interi quartieri della città, costringendo 88mila persone a lasciare le proprie case e oltre 1500 edifici sono stati distrutti. Il ponte aereo ha già trasferito da nord a sud almeno 25mila persone. Il primo ministro dell’Alberta, Rachel Notley, ha detto di non poter fare previsioni su quando i cittadini di Fort McMurray potranno tornare alle proprie case.
– Yemen: sette persone sono state uccise e più di 15 sono rimaste ferite in un attentato suicida che ha colpito un mercato nella città yemenita di Marib, a est della capitale Sanaa. Non è chiaro chi vi sia dietro l’attacco. Intanto i combattimenti in Yemen si stanno intensificando, minacciando di distruggere la fragile tregua negoziata ad aprile in Kuwait. La guerra in Yemen finora ha ucciso più di 6.200 persone, e costretto più di 2,5 milioni di persone a fuggire dalle proprie case, causando una gravissima catastrofe umanitaria in uno dei paesi più poveri del mondo.
– Israele: un proiettile sparato da un carro armato israeliano ha ucciso una donna palestinese e ferito un’altra persona nella Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti ospedaliere palestinesi. L’esercito di Gerusalemme si è difeso sostenendo di aver risposto al lancio da parte di miliziani palestinesi di alcuni razzi contro il sud di Israele. Nel territorio palestinese la tensione è salita dopo che Israele ha scoperto un tunnel sotterraneo che da Gaza raggiungeva il territorio israeliano.
– Europa: oggi nella sala regia del Palazzo Apostolico in Vaticano, Schulz, Tusk, Juncker, Angela Merkel, Mario Draghi, il premier italiano Matteo Renzi e il re di Spagna Felipe VI, hanno preso parte alla cerimonia di assegnazione del premio Carlo Magno a papa Francesco. Il premio, in tedesco Karlspreis, viene assegnato ogni anno dal 1950 dalla città tedesca di Aquisgrana a personalità che si siano distinte particolarmente a favore dell’integrazione e della pace in Europa. “Per il suo straordinario impegno a favore della pace, della comprensione e della misericordia in una società europea di valori”, si legge nella motivazione di quest’anno a Bergoglio.
– Corea del Nord: si è aperto nella capitale Pyongyang il congresso del Partito comunista dei lavoratori, l’unico ammesso dal regime. È il primo in quasi quaranta anni: l’ultimo si tenne nel 1980. Kim Jong-un con il congresso ha intenzione di consolidare la sua posizione di leader incontrastato, dettare la linea politica dei prossimi anni e continuare a sfidare la comunità internazionale. Secondo gli osservatori internazionali, Kim, salito prematuramente al potere quattro anni fa dopo la morte di Kim Jong-Un, confermerà la strategia del padre sul doppio binario dello sviluppo economico e dei programmi nucleari e balistici.
– Regno Unito: il partito laburista ha subito una sconfitta in Scozia, diventando il terzo partito, riuscendo ad ottenere solo 22 seggi. Il partito nazionale scozzese di Nicola Sturgeon è stato il partito più votato e ha ottenuto 63 seggi, con il 49 per cento delle preferenze. Il secondo partito più votato è stato quello conservatore con il 21 per cento dei consensi e 27 seggi. Gli elettori gallesi sono stati chiamati invece a rinnovare l’assemblea formata da 60 seggi. Il partito laburista si è riconfermato il primo partito, ottenendo il 45 per cento dei voti e 27 seggi, mancando però la maggioranza assoluta di 31 seggi. Il secondo partito è quello del Galles, il cosiddetto Plaid, con il 17 per cento dei voti e 10 seggi. I conservatori ottengono un terzo posto con il 15 per cento delle preferenze e 9 seggi. Anche 124 consigli locali sono stati rinnovati. In totale i laburisti hanno ottenuto 671 consiglieri, i conservatori 372, i liberaldemocratici 145 e l’Ukip 26.
– Turchia: il giornale Zaman, il quotidiano di opposizione al presidente Recep Tayyip Erdogan più venduto in Turchia, interromperà dal 15 maggio le pubblicazioni. Lo hanno annunciato gli amministratori giudiziari del gruppo editoriale turco Feza. Si tratta degli stessi organi di stampa finiti in amministrazione controllata per ordine del tribunale lo scorso 4 marzo, quando la polizia fece irruzione nella redazione del popolare quotidiano per impedire ai giornalisti di accedere alla sede. Dopo il sequestro deciso dai giudici per presunti legami con il magnate e imam Fethullah Gulen, ex alleato ora nemico giurato di Erdogan, dal 1999 in esilio volontario negli Stati Uniti, e il successivo commissariamento, il giornale era tornato nelle edicole con una linea editoriale completamente stravolta e con un direttore pro-Erdogan.
– Germania: un giudice nella città tedesca di Colonia ha fatto cadere i capi di imputazione contro un algerino accusato di aver partecipato alle molestie e ai furti in una piazza di Colonia nella notte di Capodanno tra il 31 dicembre 2015 e il 1 gennaio 2016. L’uomo era accusato di aver molestato, insieme a altri dieci compagni, alcune donne e di aver rubato un telefono cellulare. Un portavoce del tribunale ha detto che l’uomo, nel primo dei processi previsti, è stato assolto per “insufficienza di prove”.
– Turchia: Un aggressore ha sparato venerdì 6 maggio al direttore del più importante quotidiano di opposizione turco Cumhuriyet. La sparatoria è avvenuta di fronte al palazzo di giustizia dove è in corso il processo in cui è imputato con l’accusa di aver rivelato segreti di stato in un’inchiesta giornalistica pubblicata dal quotidiano. L’uomo ha sparato tre colpi di pistola contro il direttore urlando “sei un traditore della patria”. Il giornalista, Can Dundar, è sfuggito all’attentato, ma un collega che si trovava accanto a lui è rimasto ferito a un polpaccio. Dopo l’attacco l’aggressore si sarebbe consegnato alla polizia.