Cosa è successo il 18 aprile nel mondo
Un riassunto semplice e chiaro di quello che è successo oggi nel mondo
Italia: circa quattrocento migranti, in gran parte somali, sarebbero annegati nel Mar Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere l’Italia dall’Egitto. Le autorità italiane, greche ed egiziane non sono in grado di confermare la notizia pubblicata per prima dalla Bbc. Secondo quanto riportato, la maggior parte dei migranti fuggiva da Somalia, Etiopia ed Eritrea a bordo di quattro imbarcazioni in pessime condizioni. Le squadre di soccorso sarebbero riuscite a salvare solo 29 persone. L’ambasciatore somalo in Egitto ha detto che sta svolgendo verifiche sull’accaduto.
– Yemen: i colloqui di pace previsti lunedì 18 aprile in Kuwait per porre fine a più di un anno di guerra in Yemen tra i ribelli Houti e l’Arabia Saudita sono stati rimandati a causa delle ripetute violazioni della tregua. Da quando era stato annunciato il cessate il fuoco, i combattimenti sarebbero continuati. Lunedì 11 aprile i ribelli hanno accusato la coalizione a guida araba di aver bombardato la città di Taiz, nel sudest del paese. Scontri armati sarebbero scoppiati anche nelle periferie della capitale Sanaa.
– Qatar: il prezzo del petrolio è in calo dopo il fallimento del vertice di Doha. Domenica 17 aprile i paesi produttori di petrolio dell’Opec non sono riusciti a mettersi d’accordo sul congelamento della produzione. Sui mercati asiatici i future (un tipo di derivati) sul Light crude Wti cedono di 1,89 dollari a 38,47 dollari e quelli sul Brent perdono 1,82 dollari a 41,28 dollari, dopo alcune settimane che i valori erano tornati a crescere nella speranza di un accordo. L’obiettivo era non tanto quello di tagliare la produzione ma almeno di congelarla ai livelli di gennaio come era previsto da un’intesa provvisoria raggiunta a febbraio per sostenere il rialzo delle quotazioni, scese di oltre il 50 per cento negli ultimi mesi e fermare la spirale di ribassi che sta mettendo in difficoltà le economie dei paesi che negli ultimi decenni sono cresciuti soprattutto grazie alle esportazioni.
– Siria: i ribelli hanno lanciato questa mattina un feroce attacco contro le forze governative siriane nella provincia di Latakia e hanno fatto registrare progressi militari ad Hama, dove hanno quasi completamente riconquistato la città di Khirbat al-Naqus, ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani. L’escalation delle violenze prosegue. Intanto quattro persone sono rimaste uccise durante attacchi aerei dell’esercito governativo, nella provincia di Homs. I combattimenti, che stanno aumentando anche nei pressi di Aleppo, potrebbero minare l’accordo sul cessate il fuoco e i colloqui di pace in corso a Ginevra.
– Brasile: con 367 voti a favore, 137 contrari e un astenuto, la camera bassa del Brasile ha votato per la messa in stato di accusa della presidente Dilma Rousseff. Il voto si è concluso nella tarda serata, superando di misura la soglia dei 2/3 dei voti necessari all’impeachment (ovvero 342 sui 513 membri totali della camera). Tra un mese sarà il senato a doversi esprimere sulla questione. “La lotta è ora nei tribunali, in strada e al senato”, ha detto José Guimarães, il leader del partito dei lavoratori alla camera, il partito di Rousseff. Alla conta del 342esimo voto a favore, l’opposizione è scoppiata in canti e applausi.
– Italia: il referendum sulle trivelle non ha raggiunto il quorum del 50 per cento più uno dei votanti. In Italia solo il 32,15 per cento degli aventi diritto si è recato alle urne, e di questi l’86,44 hanno votato SÌ (i NO sono stati il 13,56 per cento). Solo una regione ha superato il quorum, la Basilicata con il 50,16 per cento di votanti. L’affluenza più bassa tra le regioni proponenti del referendum si è registrata in Calabria con il 26,69 e in Campania con il 26,16 per cento dei votanti. Ecco risultati regione per regione.
– Israele: un bus è esploso a Gerusalemme ferendo almeno 15 persone. La polizia israeliana ha detto che si è trattato di una bomba. Due persone sono in gravissime condizioni.
– Somalia: tre civili sono stati uccisi a Mogadiscio, capitale della Somalia, nel corso di un attacco da parte del gruppo estremista al-Shabaab.
– Ecuador: sono almeno 350 i morti e oltre 2mila i feriti del più grave terremoto che ha colpito l’Ecuador da 67 anni a questa parte. Un riassunto.