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Cosa è successo il 14 luglio nel mondo

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Un riassunto semplice e chiaro di quello che è successo oggi nel mondo

Regno Unito: Theresa May, la nuova prima ministra britannica, ha scelto i ministri della sua squadra di governo, dopo aver ricevuto ieri, 13 luglio, l’incarico dalla regina Elisabetta di formare un nuovo esecutivo. Boris Johnson, l’ex sindaco di Londra e tra i principali sostenitori della Brexit, ha ricevuto l’incarico di ministro degli Esteri, dopo che qualche giorno fa aveva rifiutato di correre per la leadership del partito conservatore e diventare premier. Il nuovo cancelliere dello scacchiere, ovvero il ministro delle Finanze, sarà invece Philp Hammond, che nel governo Cameron ricopriva il ruolo di ministro degli Esteri.  David Davis, euroscettico sarà a capo del nuovo ministero per la Brexit, mentre Liam Fox andrà al Commercio internazionale, un ruolo cruciale dal momento che il Regno Unito fuori dall’Ue dovrà rinegoziare le sue relazioni commerciali con il resto del mondo. 

– Stati Uniti: il candidato repubblicano in pectore Donald Trump avrebbe scelto come vice presidente e compagno nella corsa alla presidenza americana il governatore dell’Indiana

– Kenya: un uomo sospettato di essere un reclutatore del gruppo armato somalo al-Shabaab ha ucciso a colpi di arma da fuoco quattro agenti di polizia kenioti all’interno di una stazione delle forze dell’ordine. L’aggressore è riuscito a sottrarre l’arma con cui ha ucciso i poliziotti a una guardia, poi ha preso in ostaggio altri prigionieri, mentre la polizia ha circondato la centrale di Kapenguria, nell’ovest del paese. La dichiarazione diffusa dai vertici delle forze dell’ordine ha reso noto che l’uomo è sospettato di avere legami con il terrorismo, ma non ha precisato il numero delle vittime. È stato un funzionario di polizia che ha chiesto di rimanere anonimo a riferire che si tratta di reclutatore di al-Shabaab e che almeno quattro poliziotti sono rimasti uccisi e che il bilancio potrebbe salire.  

– Francia: la Francia non estenderà oltre la data del 26 luglio lo stato di emergenza dichiarato in seguito agli attacchi di Parigi del novembre 2015, ha reso noto il presidente Francois Hollande. “Non possiamo estendere indefinitamente lo stato di emergenza, non avrebbe senso. Vorrebbe dire che non siamo più una repubblica che applica lo stato di diritto”, ha dichiarato Hollande ai giornalisti durante l’intervento in occasione del giorno della Bastiglia, la festa nazionale della Francia. Parigi aveva esteso lo stato di emergenza, che conferisce alla polizia poteri straordinari e prevede altre misure di sicurezza, fino al 26 di luglio in modo da includere anche i campionati europei di calcio Euro2016 e la gara ciclistica Tour de France, eventi considerati ad alto rischio di attacchi terroristici. 

Il presidente francese Francois Hollande ha annunciato la fine dell’Operazione Sangaris nella Repubblica Centrafricana entro il prossimo ottobre. La missione militare francese nel paese era stata lanciata nel 2013 per sedare le violenze tra le milizie cristiane e musulmane che avevano causato migliaia di vittime e costretto 500mila persone ad abbandonare le proprie case. L’Operazione Sangaris, che contava inizialmente oltre duemila soldati, è stata ridotta fino alle 350 unità attuali. Alcuni soldati francesi, insieme ad altri peacekeepers stranieri, erano stati accusati di abusi sessuali su minori. La missione internazionale di peacekeeping dell’Onu denominata MINUSCA e incaricata di sopprimere le violenze di stampo confessionale contava più di 12mila soldati e agenti di polizia e oltre 500 funzionari civili. 

– Iraq: una agenzia di stampa legata al sedicente Stato Islamico ha confermato la morte del leader Omar al-Shishani, che gli Stati Uniti avevano già detto di aver ucciso a marzo, in un attacco aereo nel nord della Siria. Shishani, che significa il Ceceno e fa riferimento alla sua provenienza dalla Georgia, è stato ucciso in combattimento nella città di al-Shirqat, a sud di Mosul, in Iraq. Il vero nome di Shishani era Tarkhan Batirashvili ma era conosciuto anche come il “ministro della guerra”. Il jihadista dalla barba rossa era uno stretto consigliere militare del califfo Abu Bakr al-Baghdadi, il suo braccio destro. La conferma è arrivata sul sito Amaq, che viene regolarmente utilizzato per il rilascio di notizie che riguardano l’Isis e che aveva già negato le affermazioni del Pentagono di marzo. 

– Camerun: più di mille persone accusate di sostenere il gruppo estremista Boko Haram in Camerun sono detenute in basi militari e prigioni, spesso senza alcuna prova della loro colpevolezza, e decine di loro stanno morendo di malattie, malnutrizione e tortura, denuncia Amnesty International. Da quando un’offensiva regionale dell’anno scorso ha espulso Boko Haram dalla maggior parte delle sue roccaforti, i miliziani islamisti hanno lanciato una campagna di guerriglia che colpisce soprattutto i civili. In Camerun, decine di ragazze adolescenti hanno compiuto attentati suicidi. Ma secondo Amnesty il giro di vite del governo e delle forze di sicurezza sui membri del gruppo estremista ha dato luogo ad abusi sulla popolazione civile nella regione settentrionale del paese. “Non si parla necessariamente di combattenti di Boko Haram ma anche di persone ordinarie che per caso si sono trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato”, ha dichiarato la ricercatrice di Amnesty Ilaria Allegrozzi. “Persone innocenti pagano il prezzo della lotta contro Boko Haram”, ha aggiunto. 

– Siria: l’Isis avrebbe abbattuto un jet militare siriano nei pressi della città orientale di Deir ez-Zor, a riferirlo sia l’agenzia di stampa del gruppo Amaq che l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Amaq ha diffuso un video che mostra i rottami in fiamme di un aereo sparsi su una porzione di terreno arido e roccioso, nonché parti di un cadavere in uniforme militare e un casco bianco. Il corpo sarebbe quello del pilota. Secondo l’Osservatorio, il sedicente Stato islamico ha abbattutto il velivolo sulle colline Thardah, circa cinque chilometri a sudovest dell’aeroporto militare di Deir ez-Zor. Gran parte della provincia orientale di Deir ez-Zor è in mano al gruppo estremista, ma forze filogovernative controllano l’aeroporto e porzioni della città, che si trova sul fiume Eufrate.

– Mali: la preziosa città di fango patrimonio dell’umanità di Djenné, in Mali, rischia di scomparire, avverte l’Unesco. Il sito è patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1988 ed è stato inserito nella lista dei luoghi in pericolo dal momento che l’area è sprofondata nell’insicurezza per la presenza di gruppi armati islamici. L’antica città di Djenné è abitata dal 250 avanti Cristo ed è caratterizzata da una particolare architettura che impiegava terra, fango e mattoni nella costruzione degli edifici. La città vecchia di Djenné comprende quattro siti archeologici con quasi 2.000 case le cui facciate decorate sono rimaste intatte dal terzo secolo avanti Cristo. Gli edifici sono tra i più famosi in Mali, un paese che vanta anche l’antica città di Timbuktu. Edmond Moukala, a capo del patrimonio mondiale dell’Unesco in Africa, ha detto che le preoccupazioni sono state sollevate quando una squadra di supervisori si è recata in visita nel sito e vi ha trovato segni di deterioramento. 

– Sudafrica: otto persone, tra cui alcuni bambini, sono rimaste uccise in un incendio scoppiato in un orfanotrofio in Sudafrica. I soccorritori hanno riferito che l’incendio è divampato nell’edificio che ospita il Lakehaven Children’s Home nella città costiera di Durban. le vittime sono sei bambini tra gli otto e i dieci anni, un ragazzo di 19 anni e un adulto.

– Slovenia: Quattro persone sono morte nello schianto di un piccolo velivolo a sei posti precipitato nell’ovest della Slovenia. “Non ci sono sopravvissuti. La polizia sta investigando le circostanze dell’incidente”, ha riferito il portavoce Dean Boznik, aggiungendo che l’aereo, registrato negli Stati Uniti, era decollato da Venezia diretto a Lipsia, in Germania. 

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