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Cosa è successo il primo agosto nel mondo

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Un riassunto semplice e chiaro di quello che è successo oggi nel mondo

Siria: il ministero della Difesa russo ha reso noto che uno dei suoi elicotteri militari è stato abbattuto nella provincia settentrionale di Idlib, in Siria, con cinque persone a bordo, nessuna delle quali (tre membri dell’equipaggio e due soldati) è sopravvissuta.

Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa russa non-governativa Interfax, l’elicottero Mi-8 (un mezzo multifunzione sia da trasporto che da attacco) è stato abbattuto dopo aver consegnato aiuti umanitari ad Aleppo, mentre rientrava alla base aerea russa in Siria. Tuttavia, secondo altre fonti vicine all’opposizione dei ribelli siriani, il velivolo stava rientrando dopo aver compiuto raid aerei sulla città di Aleppo.

Nel frattempo i ribelli siriani hanno lanciato un’offensiva contro le zone di Aleppo controllate dalle forze governative nel sudovest della città per cercare di rompere l’assedio e riaprire le linee di rifornimento verso le aree in mano all’opposizione, dove vivono circa 250mila civili.

L’offensiva è cominciata domenica notte. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha detto che la controffensiva ribelle è la più intensa da alcuni mesi a questa parte. Aleppo è divisa in due tra forze governative e ribelli sin dall’estate del 2012. Ottenerne il controllo sarebbe una grandissima vittoria per il presidente siriano Bashar al-Assad.

Assad e i russi avevano annunciato un’operazione umanitaria congiunta per evacuare i civili giovedì 28 luglio, ma le Nazioni Unite e gli Stati Uniti sono scettici rispetto a questa iniziativa in quanto potrebbe essere solo un tentativo di spopolare la città perché l’esercito possa più facilmente prenderne il controllo.

Benché stremata, la popolazione civile nei quartieri ribelli di Aleppo non vuole arrendersi e molte persone sono scese per le strade mentre i ragazzi hanno dato fuoco a dei copertoni perché le nuvole di fumo nero e acre possano impedire ai mezzi aerei di bombardare.

Afghanistan: i Taliban hanno rivendicato l’attacco su un complesso militare e logistico, usato prevalentemente da stranieri, avvenuto alle prime ore del mattino a Kabul. La violenta esplosione della bomba piazzata su un camion è stata sentita in un tutta la città intorno all’1:30 (ora locale), ma sembra che il bilancio delle vittime sia contenuto, anche se il gruppo islamista ha parlato di decine di morti e feriti.

Uno degli autori dell’attacco è morto nell’esplosione del veicolo e gli altri due sono stati uccisi dalla polizia. Anche un agente ha perso la vita e quattro sono rimasti feriti. Dopo l’attacco, le autorità afghane hanno chiuso le strade limitrofe e hanno mobilitato ingenti forze. Sono stati sentiti colpi di arma da fuoco e esplosioni nella zona industriale mentre le forze di sicurezza prendevano posizione vicino al Northgate Hotel, un complesso residenziale sicuro che ospita le forze armate e le organizzazioni civili straniere.

Turchia: le forze speciali turche hanno catturato 11 fuggitivi appartenenti al commando che ha tentato di rapire il presidente Recep Tayyip Erdoğan durante il tentato colpo di stato della notte tra il 15 e il 16 luglio. Il gruppo aveva lanciato un attacco sull’albergo di Marmaris, nel sudovest del paese, nel quale Erdoğan si trovava in vacanza ma che aveva appena lasciato.

Gli 11 uomini sono stati catturati nel distretto di Ula nella provincia di Mugla dalle forze speciali della gendarmeria in un’operazione sostenuta da elicotteri e droni, intervenuti dopo una soffiata da parte di un residente locale. Ci è stato uno scontro a fuoco tra il commando e le forze di sicurezza ma non ci sono state vittime. L’agenzia di stampa turca Anadolu ha riferito che si ritiene fossero 37 i soldati coinvolti nel tentativo di catturare il presidente, e 25 di loro erano già stati individuati e arrestati, ne mancherebbe quindi uno all’appello.

Messico: sette membri della stessa famiglia, inclusi due minori, sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco nello stato messicano di Guerrero, hanno riferito le autorità sabato 30 luglio 2016, mentre domenica sono stati trovati altri 11 cadaveri ad Acapulco. In quella che una volta era la più popolare meta turistica del Messico, domenica 31 luglio sono state uccise otto persone.

Infatti tre uomini sono morti durante una sparatoria in un bar, mentre due uomini e una donna sono stati rinvenuti in una macchina. I loro corpi senza vita mostravano segni di tortura. Infine, due giovani sono stati uccisi, separatamente, all’interno dei propri veicoli nella zona portuale della città.

Non solo: una chiamata anonima ha avvertito la polizia che nella stessa zona si trovava una fossa poco profonda dove gli agenti hanno ritrovato altri tre cadaveri. L’ondata di violenza che attraversa il Messico e in particolare lo stato di Guerrero appare in relazione con gli scontri tra gang criminali per il controllo degli affari illeciti e in particolare del traffico di droga. Nonostante l’arresto di vari signori della droga e della criminalità organizzata, le autorità hanno difficoltà ad arginare la violenza.

Yemen: la delegazione del governo ufficialmente riconosciuto dello Yemen ha annunciato che lascia il Kuwait, pur avendo acconsentito ieri alla proposta di pace delle Nazioni Unite, finché anche la controparte non avrà firmato l’accordo presentato dall’inviato speciale dell’Onu Ismail Ould Cheikh Ahmed.

La proposta prevedeva che gli Houthi rinunciassero alle tre città principali sotto il loro controllo, inclusa la capitale Sanaa. In base a questo piano, avrebbero dovuto aver luogo colloqui per la formazione di un nuovo governo che includesse i rappresentanti degli Houthi. Tuttavia i ribelli sciiti hanno respinto il piano, pur aggiungendo che rimarranno in Kuwait per continuare i colloqui di pace.

Libia: le forze armate degli Stati Uniti hanno condotto dei raid aerei contro i miliziani dell’Isis a Sirte, in Libia. Come confermato dal primo ministro libico Fayez Serraj, l’intervento era stato richiesto dal governo di accordo nazionale libico. Il sostegno aereo americano servirà a permettere che il governo di espellere definitivamente il sedicente Stato islamico da Sirte.

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