Cosa è successo l’8 aprile nel mondo
Un riassunto semplice e chiaro di quello che è successo oggi nel mondo
Città del Vaticano: “Comunione possibile per i divorziati risposati”. Nell’esortazione Amoris Laetitia, che tira le somme sul dibattito della Chiesa sulla famiglia nei due sinodi del 2014 e 2015, papa Francesco invita a valutare caso per caso e chiede alla Chiesa un’autocritica per le rigidità del passato. Francesco invita a valutare sui singoli casi: “I divorziati che vivono una nuova unione possono trovarsi in situazioni molto diverse” e “devono essere più integrati nelle comunità cristiane” perché “nessuno può essere condannato per sempre”.
– Madagascar: il primo ministro del Madagascar Jean Ravelonarivo e il suo governo hanno presentato le dimissioni. “Il presidente ha accettato le dimissioni del primo ministro e di tutti i membri del suo esecutivo. I ministri continueranno a provvedere agli affari di ordinaria amministrazione fino alla nomina di un nuovo governo”, ha scritto Roger Ralala, il segretario generale della presidenza. Ravelonarivo era diventato primo ministro nel gennaio del 2015.
– Colombia: la Corte costituzionale colombiana ha dato il via libera ai matrimoni omosessuali in Colombia, una nazione tradizionalmente conservatrice e a maggioranza cattolica. Sei giudici su nove hanno votato contro la legge attualmente in vigore che prevede che a contrarre il matrimonio possano essere solo coppie eterosessuali e che assegna al parlamento e non alla corte costituzionale il compito di legiferare sulla materia.
– Gibuti: gli elettori di Gibuti sono chiamati alla urne per votare il loro presidente. La campagna elettorale nel paese è stata caratterizzata da tensioni interne forti. I sondaggi danno il presidente uscente, Ismail Omar Guelleh,del partito Raggruppamento Popolare per il Progresso, come favorito per un quarto mandato. Il presidente è al potere dal 1999, ed è solo il secondo presidente del paese da quando Gibuti ha avuto l’indipendenza dalla Francia nel 1977. È succeduto allo zio, Hassan Gould Aptidon.
– Grecia: è iniziato questa mattina il trasferimento di un secondo gruppo di migranti dalla Grecia alla Turchia, come previsto dall’accordo tra l’Unione europea e la Turchia per bloccare i flussi migratori. I primi 45 sono già arrivati in Turchia, fanno sapere le autorità. Secondo la Bbc saranno 140 in tutto le persone trasferite con i traghetti oggi. I trasferimenti erano iniziati lo scorso 4 aprile. Tre migranti si sono tuffati in acqua per cercare di fermare il traghetto partito da Lesbo con a bordo 45 pakistani, ma sono stati ripescati dalla Guardia costiera. Proteste anche al porto di Mytilene. Alcuni migranti a rischio espulsione hanno iniziato uno sciopero della fame a Lesbo.
– Italia: il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni ha richiamato in patria il proprio ambasciatore in Egitto, Maurizio Massari, per consultazioni urgenti. La Farnesina ha deciso di richiamare Massari “per un’urgente valutazione” su quali debbano essere i passi da intraprendere al fine di ottenere la verità sulla tragica morte di Giulio Regeni. La decisione è stata presa dopo il fallimento del vertice tra gli inquirenti italiani ed egiziani del 7 aprile a Roma.
– Belgio: Mohamed Abrini, il cittadino belga ricercato per aver partecipato agli attacchi di Parigi del 13 novembre 2015, è stato arrestato dalle autorità belghe. Secondo i media belgi potrebbe essere “l’uomo col cappello” ripreso dalle telecamere insieme agli attentatori dell’aeroporto di Zaventem il giorno degli attacchi a Bruxelles, il 22 marzo 2016. Secondo gli inquirenti, la sera del 13 novembre Abrini era con Abdeslam alla guida della Renault Clio poi usata per gli attacchi nella capitale francese.