Cosa è successo il 4 ottobre nel mondo
Un riassunto semplice e chiaro di quello che è successo oggi nel mondo
Europa: il parlamento europeo ha ratificato l’accordo globale per la lotta al cambiamento climatico, in quello che il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha definito “un voto storico”. La ratifica dei paesi dell’Unione europea segna un decisivo passo avanti verso l’entrata in vigore dell’accordo, che avverrà nel 2020 se sarà superata la soglia minima delle 55 nazioni che rappresentino almeno il 55 per cento delle emissioni globali di Co2. L’approvazione dell’Unione europea, che dovrebbe essere autorizzata dai 28 paesi membri questa settimana, spingerà l’accordo sopra la soglia richiesta del 55 per cento delle emissioni, aggiungendosi alle ratifiche di Cina e Stati Uniti (i due paesi in testa alla classifica per la produzione di Co2). I 28 paesi dell’Unione europea, Regno Unito compreso, rappresentano infatti circa il 12 per cento delle emissioni globali.
– Afghanistan: il governatore della provincia di Kunduz in Afghanistan, Asadullah Amarkhil, ha annunciato che i Taliban, che nella notte tra il 2 e il 3 ottobre avevano attaccato la città, penetrando nelle aree urbane, sono stati respinti. I combattimenti si sono interrotti e numerosi Taliban sono stati uccisi, addirittura “centinaia di combattenti”, secondo il capo della polizia di Kunduz Mohammad Qasim Jangalbagh. I Taliban erano riusciti a entrare in città nella mattina di lunedì 3 ottobre e avevano conquistato alcune postazioni militari, ma nella sera le forze di polizia locale, con il supporto delle forze speciali dell’esercito sono riuscite a recuperare il terreno perso.
– Haiti: Gli haitiani residenti nelle fragili capanne sulla costa cercano disperatamente riparo all’arrivo del più forte uragano caraibico degli ultimi nove anni, un uragano chiamato Matthew. L’evento è classificato come un ciclone di categoria 4 e porta con sé venti che raggiungono i 230 chilometri orari. Il suo arrivo su Haiti era stato annunciato per le prime ore di oggi, martedì 4 ottobre 2016. Il Centro nazionale uragani degli Stati Uniti aveva emesso un allerta riguardo a piogge torrenziali che mettono in pericolo di vita, vento e tempeste. Il presidente ad interim Jocelerme Privert ha riferito che ci sono già state alcune vittime, in particolare tra le persone colte dall’uragano mentre erano in mare, e che risultano esserci dei dispersi, nonostante gli inviti alla prudenza.
– Turchia: le autorità turche hanno sospeso quasi 13mila agenti di polizia, arrestato decine di uomini dell’aeronautica e chiuso un’emittente televisiva nella giornata di martedì 4 ottobre 2016, inasprendo ulteriormente il giro di vite sui presunti nemici dello stato dopo il fallito golpe di luglio. La sede centrale della polizia turca ha fatto sapere che 12.801 agenti, inclusi 2.523 capi di polizia, sono stati sospesi per presunti collegamenti con il religioso turco residente negli Stati Uniti Fethullah Gulen, che Ankara ritiene responsabile del tentativo di colpo di stato. Poche ore prima, il vice primo ministro Numan Kurtulmus aveva annunciato che il governo ha deciso di estendere di 90 giorni lo stato di emergenza. Oltre ad aver sospeso circa il 5 per cento delle forze di polizia, le autorità hanno anche arrestato 33 membri dell’aeronautica militare e l’emittente privata Imc è stata chiusa per aver diffuso “propaganda terroristica”.
– Regno Unito: mentre interveniva attraverso un collegamento video a una conferenza stampa tenutasi a Berlino dedicata al decimo anniversario di Wikileaks, il suo fondatore Julian Assange ha annunciato che nelle prossime settimane è prevista una nuova “fuoriuscita” di notizie riservate su diversi temi scottanti. Secondo Assange, sarebbero in arrivo “materiali significativi” su guerra, armi, petrolio, Google, sorveglianza di massa e elezioni negli Stati Uniti. In particolare quest’ultimo tema ha suscitato non poche tensioni, visto che è stato specificato che i documenti riguardanti i candidati alla presidenza saranno oltre un milione e saranno disponibili prima dell’8 novembre, fatidica data delle elezioni statunitensi.
– Italia: “Una morte improvvisa e inaspettata per epilessia in un uomo con patologia epilettica di durata pluriennale, in trattamento con farmaci anti-epilettici”. Secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa è questa l’ipotesi che i periti medico-legali ritengono “dotata di maggiore forza ed attendibilità” in merito alla morte di Stefano Cucchi, geometra romano arrestato per droga nel 2009 e morto sei giorni dopo. Al termine della perizia tecnica i consulenti nominati dal gip nell’ambito dell’indagine Cucchi-bis hanno escluso che ci sia un nesso causale tra il pestaggio da parte dei carabinieri e il decesso di Stefano Cucchi. “Le lesioni riportate da Stefano Cucchi dopo il 15 ottobre 2009 non possono essere considerate correlabili causalmente o concausalmente, direttamente o indirettamente anche in modo non esclusivo, con l’evento morte”, sostengono i periti.
– Regno Unito: il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le previsioni di crescita del Regno Unito sull’onda del voto sulla Brexit. A luglio, immediatamente dopo il referendum del 23 giugno, l’Fmi aveva previsto un rallentamento del Pil dall’1,9 per cento all’1,7 per cento nel 2016 e dal 2,2 per cento all’1,3 per cento. Martedì 4 ottobre l’organizzazione economica ha rivisto ulteriormente al ribasso le stime, arrivando fino all’1,1 per cento, e una crescita potenziale nel medio periodo dell’1,9 per cento, due punti in meno rispetto alle previsioni. La sterlina, in caduta già dal voto sulla Brexit, ha toccato il minimo storico con il dollaro negli ultimi trentuno anni. Sempre più economisti temono che il Regno Unito entrerà già dal prossimo anno in recessione, con la stessa Banca d’Inghilterra che attualmente prevede una crescita dello 0,3 per cento nel primo trimestre e dello 0,7 per cento nel secondo.
– Siria: uno dei leader del gruppo militante siriano Jabhat Fateh al-Sham è stato ucciso in un raid aereo nella provincia di Idlib, nel nordovest della Siria. L’egiziano Abu al-Faraj al-Masri era un veterano di al-Qaeda, era ritenuto vicino al leader Ayman al-Zawahri e apparteneva al consiglio ristretto alla guida del gruppo jihadista. La notizia è stata riferita dai miliziani di Jabhat Fateh al-Sham (ex Fronte al-Nusra), ritenuto uno dei più potenti nuclei di ribelli che combattono il governo del presidente Bashar al-Assad in Siria. Il Pentagono ha confermato di aver ucciso “un importante membro di al-Qaeda in Siria”. Il veicolo su cui al-Masri viaggiava sarebbe stato colpito da un drone. Nel mese di luglio, il miliziano è comparso al fianco dell’ex leader di al-Nusra Abu Mohamad al-Jolani in un video in cui annunciavano che il gruppo aveva cambiato il proprio nome in Jabhat Fateh al-Sham, nel tentativo di dissociarsi da al-Qaeda e di liberarsi così della denotazione terroristica.