Reporter senza frontiere: “Libertà di stampa diminuisce mentre aumentano i regimi”
“Il numero dei paesi considerati sicuri, dove un giornalista può lavorare senza temere per la propria vita diminuisce ancora, mentre i regimi autoritari continuano ad aumentare il controllo sui media”.
Questa la sintesi del report pubblicato da Reporter senza Frontiera (RSF), la Ong francese che monitora le violenze con cui i giornalisti devono fare i conti nello svolgimento del loro lavoro.
I dati pubblicati il 18 aprile si riferiscono al 2018 ed evidenziano un peggioramento delle condizioni in cui versa la libertà di stampa nel mondo.
Analizzando la cartina che accompagna il report, si nota come i paesi colorati in nero e in cui la vita dei giornalisti è maggiormente a rischio sono tra gli altri la Cina, l’Iran, l’Azerbijan, sette Stati africani, la Corea del Nord e il Turkmenistan.
Proprio il paese ex sovietico si è guadagnato nel 2018 il triste primato tra i paesi più pericolosi, superando anche il regime di Pyongyang.
Per quanto riguarda il continente africano, il record negativo spetta al Sudan, seguito da Gibuti, Somalia, Egitto, Libia, Ruanda, Repubblica Centroafricana, da Tanzania e Mauritania e così via.
In Europa invece gli Stati in cui essere giornalista è diventato più pericoloso rispetto all’anno precedente sono Serbia, Montenegro, Ungheria, Malta e Slovacchia che con 8 punti in meno finisce in 35esima posizione. A pesare sul declassamento di Bratislava anche l’omicidio del reporter Jac Kuciak, morto mentre stava indagando sui rapporti tra mafia italiana e governo.
Dopo la morte Daphne Caruana Galizia, giornalista investigativa, perde posizione anche Malta che arriva 77esima.
Poco rassicurante poi la situazione dell’Italia. Il paese guadagna 3 punti, ma si ferma in 43esima posizione, ben lontana dagli standard di libertà che ci si aspetta da un paese democratico.
A incidere sul posizionamento dell’Italia, secondo quanto specificato dal report, sono state la proposta del ministro dell’Interno Matteo Salvini di togliere la scorta a Roberto Saviano, gli attacchi giunti dal Movimento 5 stelle contro alcuni giornalisti, e le minacce che continuano ad essere dirette agli appartenenti alla categoria.