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Reggio Emilia, si è arreso l’uomo che aveva sequestrato quattro persone alle Poste

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Francesco Amato, condannato nei giorni scorsi a 19 anni nel processo Aemilia, aveva chiesto di parlare con il ministro Salvini

Poste Reggio Emilia | Ultime notizie

Si è arreso alle forze dell’ordine il sequestratore che a Reggio Emilia si era asserragliato, dal mattino di lunedì 5 novembre, all’interno delle Poste con alcuni ostaggi.

L’uomo è Francesco Amato, condannato il 31 ottobre scorso a 19 anni nel processo Aemilia sul radicamento della Ndrangheta in Emilia-Romagna. Dal giorno della sentenza Amato risultava latitante.

Amato si è barricato nell’ufficio postale intorno alle 9 e poco dopo sono state avviate trattative con le forze dell’ordine per la liberazione degli ostaggi.

L’uomo ha fatto uscire dall’ufficio postale i clienti e all’interno sono rimasti cinque dipendenti, tra cui la direttrice.

Intorno alle ore 12.00 uno degli ostaggi è stato rilasciato: si tratta di una donna, Annalisa Coluzzo, 54 anni, che, appena fuori dall’edificio, ha avuto un mancamento ed è stata soccorsa dai sanitari. All’interno restano quattro persone.

Amato ha chiesto di poter parlare con Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno.

“Ha fatto questo solo per chiedere giustizia, non per far male alle persone, per vedere se gli danno una condanna diversa”, sostengono un cognato e una nipote dell’uomo, giunti davanti all’ufficio postale. “Vuole solo diminuita la pena”, ha spiegato ancora il cognato. “Avere 19 anni sulle spalle una persona che non ha fatto nulla, fa bollire il sangue”.

Per condurre la trattativa con Amato è intervenuto anche un suo fratello, secondo cui l’uomo si sarebbe barricato nell’edificio per un’azione dimostrativa di protesta contro una sentenza ritenuta ingiusta.

Le forze dell’ordine hanno circondato l’edificio, che si trova a Pieve Modolena, un quartiere della città nella prima periferia della città, e hanno disposto la chiusura di via Fratelli Cervi. I residenti della zona sono stati fatti evacuare.

Sul posto sono arrivate le teste di cuoio del Gis, il Gruppo intervento speciale dei carabinieri, e c’è anche Marco Mescolini, procuratore capo di Reggio Emilia, che ha seguito personalmente il processo Aemilia.

“Sono quello condannato a 19 anni nel processo Aemilia”, avrebbe gridato Amato appena entrato nell’ufficio postale, sostenendo di essere un “delinquente onesto e non un mafioso”.

A dare l’allarme è stata la figlia della direttrice dell’ufficio postale: la ragazza, 22 anni, ha raccontato di essersi recata nell’ufficio per portare un pacco alla madre, quando l’uomo ha fatto irruzione, gridando “Vi ammazzo tutti”.

“Mia madre è molto coraggiosa, ho visto che le tremava la voce, ma credo sappia cosa dire e cosa fare, non si merita nulla di quello che potrebbe fare questa persona”, ha dichiarato la ragazza alla tv locale Telereggio.

Chi è Francesco Amato

Francesco Amato, 55 anni, il 31 ottobre 2018 è stato condannato in primo grado con rito abbreviato a 19 anni e un mese nel processo Aemilia.

L’uomo è stato ritenuto responsabile del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Dopo la sentenza Amato si è reso irreperibile. Il suo avvocato, Franco Beretti, ha dichiarato ai media locali reggiani che il suo assistito gli aveva detto di essere pronto ad andare in carcere.

“Mi è parso molto tranquillo: ‘Avvocato, allora io preparo la valigia’, mi ha detto”, ha affermato il legale.

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