Caso Regeni, il ministro degli Esteri Moavero in Egitto: “Dal Cairo forte volontà di arrivare alla verità”
Il ministro Enzo Moavero Milanesi ha incontrato al Cairo il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, durante la prima visita di un capo della diplomazia italiana in Egitto dal 2015
“Nei colloqui di oggi sono emersi due elementi importanti: uno è una conferma dell’ottima collaborazione che c’è stata tra le autorità giudiziarie dell’Egitto e dell’Italia su questa questione che ha permesso di analizzare meglio il quadro probatorio e gli elementi relativi all’individuazione dei responsabili.
Il secondo elemento è che abbiamo riscontrato la determinazione del governo egiziano e dello stesso presidente al-Sisi di arrivare a dare giustizia a Giulio, in maniera tale che il suo sacrificio venga trattato con un’adeguata punizione dei responsabili”, lo ha riferito il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, dopo gli incontri nella capitale egiziana con il presidente, Abdel Fatah al Sisi, e con il capo della diplomazia, Sameh Shoukry.
Il 5 agosto, infatti, il ministro degli Esteri ha incontrato al Cairo il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, durante la prima visita di un capo della diplomazia italiana in Egitto dal 2015. A seguire ha incontrato il ministro degli Esteri egiziano.
Una nuova rassicurazione dopo quella che lo stesso al-Sisi aveva rivolto il 18 luglio al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sulla “volontà e il grande desiderio di arrivare a risultati definitivi delle indagini sull’omicidio Regeni con l’obiettivo di scoprire i criminali e fare giustizia”.
Dalla visita è anche emersa la possibilità che il ministro degli Esteri, insieme al presidente della Camera Fico e ai genitori di Giulio, possano effettuare un viaggio in Egitto per cercare di conoscere i responsabili dell’omicidio.
Oltre ad affrontare l’argomento relativo alla scomparsa e la morte del del dottorando, avvenuta nel 2016, il ministro degli Esteri nella stessa conferenza ha parlato anche della Libia: “L’Italia e l’Egitto condividono la responsabilità geopolitica sulla Libia. Nel mio colloquio con Shoukry abbiamo concordato su tutti i punti rilevanti sulla situazione libica attuale e guardiamo all’integrità, alla sicurezza, alla pace del Paese e al benessere dei libici e alla loro possibilità di esprimersi in elezioni”.
L’incontro al Cairo giunge pochi giorni dopo il fermo, nei pressi di Comiso, in provincia di Catania, di Mohamed Mahsoub, l’ex ministro egiziano del governo Morsi, trattenuto dalla polizia italiana e poi rilasciato.
Nel 2016 l’Interpol aveva diffuso “allarme rosso” per il suo arresto, dopo che il tribunale del Cairo lo aveva condannato al carcere con l’accusa di frode. Reato che l’ex ministro nega.
La tivù pan-araba al Jazeera aveva ipotizzato che, in cambio dell’estradizione di Mohamed Mahsoub, il Cairo potesse consegnare a Roma l’assassino di Giulio Regeni.