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Home » News

Il reddito di cittadinanza partirà ad aprile. Guarda caso: un mese prima delle europee

Immagine di copertina
il vicepremier Luigi Di Maio, capo politico del M5S. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Nel 2014 il M5S diceva che gli 80 euro di Renzi erano una mancetta elettorale. Ora che è al Governo, però, il movimento sembra voler fare di tutto per erogare il reddito di cittadinanza in concomitanza con le elezioni

“Mentre in campagna elettorale Renzie promette 80 euro, una mancia miserabile, un voto di scambio politicomafiosomassonico con cui comprare voti, il debito pubblico aumenta ogni mese. Ma non doveva diminuire grazie ai sacrifici?”. Così Beppe Grillo contestava sul suo blog il bonus di 80 euro voluto dal governo dell’allora premier Matteo Renzi per sostenere le buste paga più basse.

In precedenza, quando si iniziava a parlare dei termini del provvedimento e della platea dei beneficiari, lo stesso comico-leader aveva paragonato Renzi all’ex sindaco di Napoli, Achille Lauro: “Renzie può sbaragliare tutti i contapalle” scriveva Grillo. “Ne ha i numeri. Dal Berlusconi con la promessa della eliminazione dell’Ici e della social card a Achille Lauro che per diventare sindaco di Napoli regalò ai potenziali elettori una scarpa con la promessa di dare anche la seconda se fosse stato eletto. Gli 80 euro di Renzie, senza copertura finanziaria, senza il supporto di un decreto legge, sono peggio delle scarpe di Lauro”.

Per molti mesi il Movimento 5 Stelle continuò ad attaccare il governo a guida Pd e il suo leader, sostenendo che il 41 per cento conquistato dai democratici alle elezioni europee (che si svolsero a pochi giorni dall’entrata in vigore del bonus) fosse frutto della “mancetta elettorale” (testuali parole dell’allora vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio) erogata a circa 11,6 milioni di italiani.

Sui canali ufficiali e non del partito di proprietà della Casaleggio Associati comparirono fotomontaggi di banconote da 80 euro con il volto di Renzi e post di insulti agli italiani che si erano venduti per la “risibile” cifra.

Sono passati quasi cinque anni da allora, al governo c’è il Movimento 5 Stelle grazie a un’alleanza post-elettorale con la Lega di Salvini e gli odiati 80 euro non sono stati toccati.

A fine maggio si svolgeranno le elezioni europee e in contemporanea con quella data potrebbe partire il “reddito di cittadinanza“, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle. La madre di tutte le promesse elettorali dei grillini dovrebbe infatti diventare legge da aprile e i primi bonifici potrebbero quindi arrivare proprio a fine maggio.

Al netto degli annunci, la matematica ci dice che i 780 euro dell’intera posta dovrebbero arrivare solo a una piccolissima parte della teorica platea dei beneficiari, mentre nella stragrande maggioranza dei casi si tratterà di un sostegno al reddito assai simile al Rei (Reddito di Inclusione) già esistente.

Questo probabilmente produrrà molto scontento, perché il numero di coloro che aspettano la paghetta di Stato è nettamente superiore a quelli che la riceveranno e da come andrà la campagna di marketing “reddito di cittadinanza” dipenderà il futuro del Governo e gli equilibri al suo interno.

In questi primi mesi il ministro dei Tweet, Matteo Salvini, ha decisamente surclassato i poveri grillini, perché chiudere i porti per accontentare un po’ elettorato razzista costa zero, mentre erogare soldi costa tanto. Staremo a vedere. Una cosa è certa: il governo farà di tutto per erogare il reddito di cittadinanza in concomitanza con le europee, tempistica pressoché identica a quella degli 80 euro del governo Renzi.

Chissà se i deputati e i senatori grillini in cuor loro penseranno che si tratta di “un voto di scambio politicomafiosomassonico con cui comprare voti” e i loro elettori penseranno di essersi venduti per “una mancia miserabile”. In Italia le scarpe di Achille Lauro non passano mai di moda.

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