Figlia dell’ambasciatore nordcoreano rimpatriata, Razzi: “È stata rimandata dai nonni”
Il politico rassicura sulle sorti della ragazza
La figlia dell’ex ambasciatore della Corea del Nord a Roma “è stata rimandata dai nonni”, ha detto Antonio Razzi, da sempre amico del regime di Pyongyang.
Il politico ridimensiona quindi la notizia data da Thae Yong-ho, ex viceambasciatore a Londra di Pyongyang e anch’egli disertore, secondo cui la ragazza sarebbe stata prelevata con la forza da Roma e rimpatriata.
Le autorità della Corea del Nord stanno cercando da mesi il padre Jo Song-gil, il diplomatico e capo ad interim dell’Ambasciata di Roma di cui non si hanno più notizie da novembre del 2018.
L’ex senatore ha spiegato all’Adnkronos che la ragazza, che a suo dire soffrirebbe anche di una leggera disabilità, è rientrata in Corea del Nord dopo la sparizione del padre e della madre, lo scorso novembre.
“Quei due sciagurati hanno lasciato da sola una figlia minorenne e anche disabile”, ha dichiarato Antonio Razzi. “È normale che l’abbia rimandata dai nonni”.
Razzi nega anche che la ragazza sia tenuta in ostaggio dalle autorità di Pyongyang. “Assolutamente no, al 100 per cento”.
Per quanto riguarda le responsabilità dell’Italia nel rimpatrio della minore, Razzi non crede che ci sia un obbligo da parte delle autorità italiane di mettere sotto tutela la ragazza dopo la defezione del padre.
“No, non credo, che c’entriamo noi?”. “Si vede che gli dava fastidio, perché lei è disabile”, è stata infine la risposta del politico quando gli è stato chiesto perché a suo parere la ragazza fosse ancora in Italia e non con i genitori.
Il rimpatrio
La figlia dell’ambasciatore della Corea del Nord in Italia è stata rimpatriata con la forza a Pyongyang.
A dare la notizia il 20 febbraio 2019 è stato Thae Yong-ho, ex viceambasciatore a Londra di Pyongyang e disertore, che da Seoul ha fatto sapere che la figlia di Jo Song-gil era stata rimpatriata. Il diplomatico ha anche specificato di aver avuto conferma da fonti interne.