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Chi (e perché) vuole Fabio Fazio fuori da Rai Uno

Immagine di copertina

Chi vuole Fabio Fazio fuori da Rai Uno? E, soprattutto, perché? Non c’è giorno in cui, dai corridoi della tv di Stato ai media (più o meno) mainstream, il nome di Fabio Fazio non sia al centro di discussioni e polemiche.

Il conduttore di Che tempo che fa e dello spin off Che fuori tempo che fa è il nemico numero uno, in ambito televisivo, di Matteo Salvini. E molto si è scritto e visto in merito alla rivalità con Massimo Giletti.

L’accusa mossa a Fazio è sempre la stessa: lo stipendio (circa 2,2 milioni l’anno), ribattezzato “contrattone” che, da un lato, non piace al Movimento 5 Stelle e, dall’altro, è l’arma perfetta da sfoderare al momento giusto (cioè, sempre) per la Lega.

Ma dietro lo scontro tra Salvini e Fazio c’è, soprattutto, la linea politica del programma: troppo vicino agli ambienti della sinistra. Nel mirino soprattutto gli ospiti, con l’apice toccato al momento della partecipazione alla trasmissione di Mimmo Lucano, sindaco di Riace.

> Politici, artisti, sportivi: tutti i “vip” finiti nel mirino di Salvini

Ed è proprio sui migranti che è andato in scena l’ultimo duello tra Fazio e Salvini. Nelle ore dello sgombero del Cara di Castelnuovo di Porto (Roma) Fazio ha twittato un chiaro messaggio rivolto al ministro dell’Interno:

“Lo sgombero è un’ulteriore prova di disumanità e incoerenza. Cancellare ogni tentativo di integrazione aumenta l’insicurezza. E soprattutto aumenta disperazione e ingiustizia”.

fazio contro salvini

Apriti cielo. Salvini ha immediatamente risposto parafrasando il contrattacco dedicato a Claudio Baglioni (allora twittò “canta che ti passa”): “Incassa che ti passa”.

salvini contro fazio

Ma a balzare agli occhi è stata una parola in particolare usata da Fazio: “ulteriore”, come ha sottolineato una interessante ricostruzione dell’Agi.

Uno scontro che viene da lontano e destinato a continuare, su Rai Uno, Rai Tre o su altre emittenti non farà molta differenza.

Certo, immaginare Fabio Fazio lontano dalla Rai a breve è cosa difficile: il suo contratto è letteralmente “blindato” e cambiare le carte in tavola significherebbe per la Rai dover sborsare fior di milioni. A meno di offerte esterne nel “calciomercato” televisivo.

E allora è stata messa in piedi la storia dello scarso rendimento dei due programmi di Fazio. Ad attaccare, in questo caso, è soprattutto il Movimento 5 stelle: “Costa troppo per l’audience che conquista”.

Ma le cose non stanno esattamente così. Basta guardare i trend delle ultime puntate: 

21 gennaio – Che tempo che fa è il programma più visto: 3,7 milioni di telespettatori e quasi il 15 per cento di share.

22 gennaio – Che fuori tempo che fa è il programma più visto della seconda serata, con 1 milione e mezzo di telespettatori e il 14 per cento di share.

28 gennaio – Che tempo che fa è il programma più visto: 4 milioni di telespettatori e 15,16 per cento di share.

29 gennaio – Che fuori tempo che fa è il programma più visto della seconda serata: 1,6 milioni di telespettatori e il 15 per cento di share.

Per capire il valore di questi numeri, il tanto decantato ritorno in Rai di Beppe Grillo ha conquistato il 4,8 per cento di share. 

Nonostante ciò, le voci più accreditate parlano di uno “spostamento” di Che tempo che fa e Che fuori tempo che fa su Rai Tre per lasciare libero il primo canale a Massimo Giletti, il cui contratto con La7 scade a giugno. Il piano è chiaro: piazzare la sua Arena la domenica sera su Rai Uno.

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