La denuncia dei medici: “Con ‘Quota 100’ il servizio sanitario nazionale andrà in tilt”
Secondo il sindacato Anaao, 25mila medici e dirigenti ospedalieri potranno andare subito in pensione. Ma, a causa del blocco delle assunzioni, non saranno sostituiti da nuovi lavoratori
Con il superamento della Legge Fornero e l’introduzione della Quota 100, il sistema sanitario nazionale rischia di andare in tilt. La denuncia è dell’Anaao, il più grande sindacato dei medici ospedalieri, che sottolinea come la riforma potrebbe portare alla perdita di 25mila lavoratori tra medici e dirigenti.
Il provvedimento che il Governo Conte sta per inserire nella Legge di Bilancio, la pensione a soli 62 anni con 38 anni di contributi, permetterà a un ingente numero di lavoratori di potere accedere prima alla pensione. Ma, denuncia il sindacato, i posti vuoti non saranno colmati da nuove assunzioni perchè a intervenire è anche un provvedimento del 2012, risalente al Governo Berlusconi, che blocca la spesa per il personale del SSN.
“Il Conto annuale dello Stato mostra che dal 2010 al 2016 i medici e i dirigenti sanitari in servizio sono diminuiti di oltre 7mila unità. Questo ha permesso alle Regioni una riduzione delle spese per il personale che limitatamente al 2016 ammonta a circa 600 milioni di euro. Diversi miliardi, se il calcolo viene effettuato dal 2010 ad oggi”, scrive Anaao in una nota.
Secondo l’allarme del sindacato, i medici, che già possono andare in pensione a 65 anni grazie al riscatto di laurea e specializzazione, potranno lasciare il posto in tempi più brevi.
“La riforma determinerà in un solo anno l’acquisizione del diritto al pensionamento di ben 4 scaglioni, diritto che verrà largamente esercitato visto il crescente disagio lavorativo legato alla massiccia riduzione delle dotazioni organiche”, mette in guardia il sindacato.
Le sigle mediche hanno annunciato di volere ricorrere allo sciopero, cominciando con una o due giornate di blocco della sanità pubblica questo mese.
La protesta riguarda anche il mancato finanziamento di un contratto da nove anni, che ha fatto perdere ai dottori ospedalieri oltre 31mila euro netti di retribuzione. “Tanto che oramai un medico a inizio carriera, con i suoi 2.300 euro di stipendio mensile, guadagna in media la metà di quanto corrisposto ai suoi colleghi europei”, ha rimarcato il segretario nazionale dell’Anaao, Carlo Palermo.