Quello che abbiamo dimenticato sul piacere di leggere
La fiera della piccola e media editoria Più libri più liberi ci ricorda che è possibile una concezione del mercato del libro diversa da quella della grande distribuzione
È cominciata mercoledì 7 dicembre a Roma Più libri più liberi, la fiera nazionale della piccola e media editoria, giunta alla sua quindicesima edizione. La manifestazione, unica nel suo genere, raccoglie più di 400 editori indipendenti provenienti da tutta Italia.
I cinque giorni di Più libri più liberi – dal 7 all’11 dicembre al palazzo dei Congressi di Roma – sono dedicati agli incontri con le piccole case editrici, con gli autori e con tutti i collaboratori che portano avanti una concezione dell’editoria diversa da quella della grande distribuzione.
Al centro dell’attenzione c’è l’editoria artigianale, che mantiene la cura dei particolari: la scelta delle carte più pregiate, dei metodi di rilegatura e impaginazione; la selezione degli autori, delle grafiche e delle illustrazioni. Un’arte che sa rappresentare le grandi capacità italiane e che resiste alla crisi di un comparto ancora in difficoltà.
I dati Istat mostrano un quadro del mercato contrastante.
Da un lato, nelle maggiori città italiane è sempre più alto il numero delle piccole e medie librerie costrette a chiudere, con valori assoluti che passano dalle 4.710 unità del 2009 alle 4.333 del 2014.
Le cause sono diverse. Le spese fisse sono alte e a quest’ultime non corrispondono adeguati livelli di vendite, minacciate dalla concorrenza delle grandi catene di distribuzione, che propongono titoli ed edizioni a prezzi appetibili per un pubblico di lettori in continuo calo.
Il 9,1 per cento delle famiglie italiane non ha alcun libro in casa; il 64,4% ne ha al massimo 100. Nel 2014, sono stati spesi 3.339 milioni di euro per libri e 5.278 milioni per giornali, stampa e articoli di cancelleria: rispettivamente lo 0,4 per cento e lo 0,6 per cento della spesa complessiva mensile di una famiglia.
Dall’altro lato, la ricerca della qualità della piccola editoria sembra raccogliere nel lungo periodo i frutti dei propri sforzi.
Secondo i dati diffusi all’inaugurazione di Più libri più liberi, ottenuti da un’indagine Nielsen per l’Associazione Italiana Editori (Aie), i primi dieci mesi del 2016 si sono chiusi con risultati positivi per gli editori indipendenti, sia nel numero di copie vendute sia nel fatturato.
Le vendite del libro cartaceo della piccola editoria nei canali trade – librerie fisiche, marketplace online e grande distribuzione – mostrano andamenti opposti a quelli del mercato librario generale. I risultati sono nettamente superiori alla media e a quelli dei grandi editori: +7,6 per cento nel fatturato e +5,9 per cento nelle copie vendute, quando la media è +1,9 per cento nel fatturato e -0,8 per cento nelle copie vendute.
Editori, scrittori, fumettisti, illustratori, grafici, giornalisti e lettori sono tutti presenti alla fiera che sa raccontare i segreti che rendono i libri un patrimonio unico. Emerge il valore umano dell’incontro tra chi ha investito tempo ed energie per la realizzazione dei testi e chi nutre ancora la passione per la lettura.
I curatori conoscono perfettamente gli scrittori, li presentano con le centinaia di sfumature che contraddistinguono il loro stile di scrittura, le pause, le inferenze del carattere e della biografia sui romanzi, sui saggi e su tutti i testi scelti. In questo modo incantano e affascinano i lettori, che possono apprezzare a pieno l’essenza nascosta in ogni volume.
Un appuntamento come Più libri più liberi ravviva il rapporto che esisteva un tempo tra il lettore e il librario: un rapporto di fiducia nel quale si preservava la voglia di scoprire il mondo fantastico di autori sempre nuovi, di storie incredibili e di illustrazioni visionarie che non si perdono nell’enorme calderone del web o di anonimi mega store che assomigliano sempre meno a librerie e sempre più a supermercati.