Al Campidoglio la protesta dei rom contro lo sgombero del Camping River a Roma
Dopo lo sgombero dell'ex baraccopoli istituzionale, alcune famiglie del Camping River hanno manifestato insieme a Nazione Rom vicino al Campidoglio, a Roma
dall’inviata Anna Ditta. “Il capo della polizia Locale di Roma Antonio Di Maggio e la sindaca Virginia Raggi stanno agendo fuori dalla legge”. Le parole di Marcello Zuinisi, legale rappresentante di Associazione Nazione Rom, arrivano all’indomani dello sgombero delle famiglie rom che vivevano nei container di Camping River, moduli abitativi di proprietà del comune di Roma a via della Tenuta Piccirili, periferia nord di Roma.
Secondo quanto dichiarato ieri dalla sindaca Raggi, si tratta di un’operazione di “superamento del Camping River”, definito “un luogo, come tutti i campi rom, egemonizzato da ghettizzazione e illegalità”.
Immagini raccolte dai media durante lo sgombero, mostrano che la polizia ha rotto vetri e oggetti che si trovavano nei container, probabilmente allo scopo di impedire alle famiglie di ristabilirsi al loro interno.
“Virginia Raggi sta compiendo autentici abusi di stato dentro Camping River”, sostiene Zuinisi, che ha alle spalle una condanna per appropriazione indebita e falso risalente al 2014. “Non rispetta le sue stesse delibere”.
Zuinisi si riferisce alla delibera n.70 di Roma Capitale, adottata il 17 aprile 2018, secondo la quale “il Direttore dell’Ufficio Speciale Rom, Sinti e Caminanti, curerà la predisposizione di piani individuali o per singolo nucleo familiare” relativamente ai rom che vivevano nel Camping River, una baraccopoli istituzionale che avrebbe dovuto essere chiuso il 30 settembre 2017, ma che di fatto è rimasta occupata in mancanza di alloggi alternativi per le famiglie.
Fino a quando ieri, 21 giugno, la polizia Locale di Roma è intervenuta “per la liberazione di alcuni moduli abitativi di proprietà di Roma Capitale occupati senza titolo”. La “liberazione” dei moduli è andata avanti oggi e proseguirà nei prossimi giorni.
Il 14 giugno 2018, alcune famiglie residenti all’interno del Villaggio Camping River, hanno protocollato a Michela Micheli, direttore ad interim dell’Ufficio Speciale Rom Sinti Caminanti una lettera in cui chiedevano la predisposizione del piano individuale, che non era stato loro notificato.
“Ieri è arrivata la polizia e hanno detto alle famiglie, a voce, che i bambini e le donne sarebbero potuti andare nelle case-famiglie”, racconta Zuinisi. “Tutti rifiutano, perché non vogliono che le famiglie siano separate”.
“Virginia Raggi è peggio di Trump”, prosegue Zuinisi riferendosi alla decisione del presidente statunitense di mettere fine alla politica di separazione dei minori dalle famiglie dei migranti irregolari che varcano il confine sud degli Stati Uniti.
“Trump ha più umanità di te, Virginia Raggi”, accusa il rappresentante di Associazione Nazione Rom. “Neanche quando ci hanno portato ad Auschwitz le famiglie venivano separate”.
Marcello Zuinisi non risparmia neanche il governo e il ministro Salvini, che ha annunciato l’intenzione di fare un censimento dei rom presenti in Italia, suscitando le critiche di associazioni e opinionisti che lo considerano incostituzionale.
“Il censimento dei rom presenti nei campi di Roma è stato già fatto”, dice. “I nostri nomi e cognomi li conoscete benissimo. Invitiamo il governo, Di Maio e Salvini, a smettere di raccontare frottole all’opinione pubblica. Avete già il censimento”.
Qui la testimonianza di un ex volontario di Camping River:
Qui sotto la testimonianza di alcune donne sgomberate dal campo:
La posizione del comune di Roma
“Gli operatori sociali di Roma Capitale hanno lavorato ogni giorno, con impegno certosino, per illustrare ai residenti le misure ideate appositamente per il Camping River”, ha scritto ieri su Facebook la sindaca Virginia Raggi.
“Tuttavia, la maggior parte di coloro che abitano presso il Camping River ha rifiutato le proposte, scegliendo di restare abusivamente presso l’area e di occupare senza titolo i moduli abitativi di proprietà comunale, forse nella speranza che anche stavolta l’Amministrazione avrebbe stabilito l’ennesima proroga e che tutto sarebbe rimasto sempre immutato e immutabile. Ora non ci sono più alternative: bisogna liberare l’area”.
“Inclusione non può più significare assistenzialismo o tolleranza verso forme di illegalità. Venerdì 15 giugno era l’ultimo giorno a disposizione degli abitanti del Camping River per liberare i moduli abitativi di Roma Capitale presso l’insediamento”, prosegue il comunicato.
“Non si è trattato di una decisione calata improvvisamente dall’alto né di carattere emergenziale: è l’approdo di un percorso condiviso e lungo quasi un anno. Le persone che abitano presso il Camping River sono state avvisate con largo anticipo della scadenza, anche tramite ripetute comunicazioni formali e da ultimo con una diffida”.