Le nuove proposte di lettura della casa editrice Fuorilinea
Quattro romanzi per esplorare l'Italia contemporanea del precariato, l'India del primo Novecento e l'Iran dei rapporti familiari
Di seguito, alcuni dei volumi recentemente pubblicate dalla casa editrice Fuorilinea:
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IL PREZZO DELLA LIBERTÀ E ALTRI RACCONTI di Saadat Hasan Manto
Tradotti per la prima volta in assoluto in Italia, Il prezzo della libertà e altri racconti sono una raccolta di 15 short stories di Saadat Hasan Manto, autore nato indiano (nell’India britannica) nel 1912 e morto pakistano (giovane e alcolizzato) nel 1955, cantore in lingua urdu delle storie tragiche e assurde di chi ha vissuto gli anni della Partizione.
Sono racconti che gelano il sangue, che puntano i riflettori della Storia sulle storie di indù, musulmani e sikh, illuminandone disgrazie, massacri e assassini, stupri e miserie umane, senza spettacolarizzare, come brevi istantanee, immobili e potenti, di momenti agghiaccianti e di personaggi terribili e veri. Assurdi, crudeli, amari e dissacranti, talvolta grotteschi, sono racconti diretti e imparziali, senza ornamenti o preamboli, spesso di poche pagine, che scuotono dal profondo viscere, cuore e cervello.
Scrittore controverso, accusato di oscenità e più volte processato per i suoi racconti, Manto replicò alle accuse dicendo: “Se trovate i miei racconti osceni, è la società in cui vivete a esserlo. Con i miei racconti, io mi limito a esporre la verità”. Nato da una famiglia musulmana del Kashmir e cresciuto ad Amritsar, visse per anni a Bombay lavorando nel mondo del cinema, fino a quando si trasferì in Pakistan dopo la Partizione. Morì a Lahore, quarantaduenne e devastato dall’alcol nella “terra dei puri” che non lo aveva saputo accogliere nonostante la promessa di libertà, personaggio tragico e scrittore sublime.
€ 16,00
CONVERSAZIONE A TEHERAN di Reza Ghissarieh
Conversazione a Teheran, dell’affermato scrittore iraniano Reza Gheissarieh, classe 1947, e italianista fra i più importanti del suo paese, prende la forma di un dialogo fra un padre e un figlio.
È un confronto diretto, ironico e confidenziale, dove si inseriscono via via le voci di altri personaggi che contribuiscono a rendere articolato e sfaccettato il poliedrico quadro di una vicenda personale sì, ma anche collettiva, di una società oscillante tra un vicino e ancora palpitante passato e un presente che scorre veloce ed è irrimediabilmente proiettato al futuro.
Si stagliano nette due generazioni, due Iran, si schiudono storie singole e personali che appartengono però a una più grande e onnicomprensiva storia, che non termina con la morte dei padri e che lascia nel lettore un sapore conosciuto che lo invoglia a superare i facili luoghi comuni, per conoscere di più e meglio l’Iran, la sua gente e le sue storie, per scoprire infine che sono anche le nostre storie. Gheissarieh ha scelto di pubblicare Conversazione a Teheran per la prima volta in assoluto in Italia. Paese dove, scrive, “ho trascorso gli anni migliori della mia gioventù, così felice e serena”.
€ 13,00
CONDANNATO A VITA – Storia di ipocondria e precariato di Vincenzo Carbone
Una sorta di manifesto letterario dei “giovani vecchi della generazione precaria”, Condannato a Vita – Storia di ipocondria e precariato è il romanzo d’esordio di Vincenzo Carbone che narra le vicende di Lorenzo, il malato immaginario dei nostri giorni, il cui terrore per i virus e i batteri è «un sentimento inafferrabile, invisibile, spietato e progressivo, che si espande e cresce nel corpo, come fosse un demonio».
Carbone, nel suo straordinario debutto, delinea il racconto sullo sfondo dell’attuale Crisi facendo un esercizio di moderna antropologia non dissimile da quella compiuta tanti anni fa da Steinbeck in Furore, il romanzo ambientato in un’altra grande Crisi, quella del ’29.
Ma di quel mondo rurale e provinciale non c’è più traccia in questa era ipertecnologica e globalizzata: al riscatto di popolo, all’epopea contadina personificata da Tom Joad, subentra “Lorenzo/Caronte che ci prende per mano e ci conduce nel flusso del suo personale Stige, costellato da pipistrelli/manie compulsive, attraversato da serpenti/fobie ossessive, in una sorta di Viaggio allucinante, la cui micro navicella invece di addentrarsi nelle viscere del corpo umano si perde (e si ritrova) nei crepacci della psiche”. Al suo esordio Vincenzo Carbone è riuscito, da vero artista, a farci capire cosa sia veramente il malessere del benessere che colpisce in modo particolare la Generazione Millennial ora inesorabilmente chiamati alla prova della vita.
€ 15,00
LA FINE DEL GATTO e LA FATTORIA DEGLI UMANI di Ali Shams
Pubblicati per la prima volta in Italia, La fine del gatto e La fattoria degli umani hanno conferito ad Ali Shams la fama di figura di punta della ultima generazione di playwright iraniani d’avanguardia.
La fine del gatto è lo specchio di un momento chiave nell’Iran di oggi. Lo spettacolo mostra come le scelte di una generazione influenzino la vita di quella futura. Fereydoun, il protagonista, è assente: la sua storia è quella di una generazione influenzata da scelte e vicende verso le quali non ha in alcun modo contribuito, scoprendo che non c’è nulla di peggio di non avere la possibilità di decidere, subendo senza appello le scelte fatte da chi l’ha preceduta.
La fattoria degli umani tratta del rapporto tra oppresso e oppressore e di come gli esseri umani, in circostanze differenti, agiscano in maniera completamente differente. Ambientata non lontano da noi, in Siria: una torre dal sapore mitologico dove uccidere e essere ucciso è un fatto banalmente quotidiano. La fattoria degli umani racconta la normalizzazione del più disumano tra i comportamenti. Anche cambiando l’ordine dei personaggi, scambiando i ruoli degli attori, il risultato non cambia. Un testo all’avanguardia, in cui le peculiarità del linguaggio, gli slittamenti temporali e l’uso di una forma antica di narrazione producono un effetto di straniamento che colloca l’opera nel panorama del teatro postmoderno.
€ 13,00
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